Cervello e invecchiamento cognitivo, il ruolo della sostanza bianca

Fibre di sostanza bianca visibili con DTII problemi di memoria e il deperimento cognitivo che si possono riscontrare durante l’invecchiamento sarebbero maggiormente correlati alla perdita di sostanza bianca, connettiva delle diverse regioni del cervello, pittosto che alla mera degenerazione a livello della sostanza grigia. Lo rivela uno studio del Massachussetts Institute of Technology (MIT) pubblicato su Neurobiology of Aging (David A. Ziegler et al., Cognition in healthy aging is related to regional white matter integrity, but not cortical thickness, Neurob. of Aging, Dec 2008).

La maggior parte dei precedenti studi sull’invecchiamento cerebrale si sono focalizzati principalmente su ciò che accade alla sostanza grigia. “Storicamente molte persone hanno messo le proprie uova nel cesto della materia grigia”, ha dichiarato David Ziegler del Dpartimento di Scienze Cognitive del MIT in una nota stampa.

“Questo studio suggerisce invece che ciò che potrebbe essere davvero importante nel processo di invecchiamento è l’integrità delle connessioni che risiedono nella sostanza bianca”, prosegue Ziegler.

Secondo i ricercatori, l’accrescimento della sostanza bianca attraverso interventi farmacologici o cambiamenti nell’alimentazione o fitness cardiovascolare potrebbero offrire un nuovo approccio per contrastare alcuni dei declini cognitivi tipici dell’età avanzata.

La sostanza bianca consiste di fasci di assoni neuronali che costituiscono le connessioni tra neuroni, consentendo alle regioni cerebrali di comunicare tra di loro. La sostanza grigia, o corteccia, è invece il luogo in cui sono posizionati i corpi dei neuroni.

I ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica di risonanza magnetica (MRI), nota come imaging del tensore di diffusione (TDI), per studiare la sostanza bianca e la sostanza grigia di adulti sani suddivisi in due gruppi: il primo con età dai 18 ai 30 anni, il secondo con età fra i 60 e gli 85.

Hanno inoltre misurato le performance dei soggetti secondo tre categorie cognitive: memoria per eventi specifici, memoria per il vocabolario, abilità a pianificare e svolgere compiti quotidiani.

Nei soggetti più anziani, i ricercatori hanno trovato una correlazione tra declino nella performance cognitiva e deterioramento della materia bianca delle regioni cerebali frontali, dove hanno sede le funzioni di pianificazione ed esecutive.

Analogamente, il deterioramento della sostanza bianca nei lobi parietali e temporali era associato all’indebolimento della memoria. “Così, il decremento legato all’età di capacità cognitive specifiche può derivare da processi degenerativi che riguardano le connessioni sottostanti i rispettivi network neurali”, concludono i ricercatori del MIT.

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Marco Mozzoni
Direttore Responsabile

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