Bartolomeo Buscema, in dialogo con un adolescente sull’emergenza climatica

Diffida, quindi, delle certezze e dei dogmi

Tra i possibili effetti della crisi climatica dobbiamo considerare una nuova “crisi sanitaria globale”. Non ha mezzi termini il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel lanciare l’allarme, già ai primi di novembre dello scorso anno: “eventi climatici imprevedibili possono alimentare focolai di malattie, contribuendo anche all’aumento di patologie non trasmissibili” [1].

Non stupisce allora che tra le maggiori preoccupazioni degli Italiani al primo posto vi siano oggi proprio “i cambiamenti climatici e la perdita della biodiversità”. Lo confessa oltre il 70% degli intervistati di una ricerca diffusa in questi giorni dal Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università degli Studi di Pavia [2].

Non confortano per niente le rassicurazioni del politico di turno. Ma nemmeno le discussioni tra addetti ai lavori: troppo spesso accese, poco riflessive e sempre più polarizzate [3], che a volte prendono la piega di vere e proprie risse per partito preso. In queste condizioni non è facile – nemmeno per i decisori – capire quale possa essere la rotta più ragionevole da seguire.

E la scienza, specialmente su fenomeni di tale natura, non ha “verità” indiscutibili da offrire. Le neuroscienze ambientali stanno ancora muovendo i primi passi [4]. Lo sa bene Bartolomeo Buscema, uomo di scienza e stimato divulgatore, autore del libro “Dialogo con un adolescente sull’emergenza climatica” (Amazon, 2024): “nella scienza – scrive – la certezza non è di casa; la scienza si nutre di dubbi e lo studio sui cambiamenti climatici non ne è immune”.

Che possa aiutarci la psicologia? L’American Psychological Association (APA) nel 2018 aveva dedicato al cambiamento climatico un intero Psychology Day, evento annuale presso la sede generale della Nazioni Unite (ONU) di New York, a cui avevamo preso parte per l’Italia. Lì colleghi di 400 nazioni hanno immaginato soluzioni in base a una semplice constatazione: “visto che il cambiamento climatico è causato dall’attività umana, non è forse il comportamento umano la chiave per arrivare alla soluzione?” [5].

Date queste premesse, la scelta di Buscema della forma dialogica per articolare un argomento di tale porata è strategica. Ricorda molto da vicino l’intento socratico, quello di non dare mai niente per scontato, di stimolare nell’altro (e in se stessi) la messa in discussione dei propri punti fermi, per aprirsi a una ricerca non pregiudiziale, finalmente libera da “metafisiche implicite”, rivolta sempre e comunque al progresso umano, da costruirsi insieme, idealmente in modo collaborativo.

Eccoci allora a vere e proprie aperture di senso, in risposta a precise domande di un giovanissimo su riscaldamento globale, effetto serra, desertificazione, specie a rischio estinzione, fattori astronomici del clima… Accompagnati da spiegazioni che incuriosiscono sempre più, fino a sentir crescere il desiderio di comprendere a fondo non solo il fenomeno nella sua complessità ma anche gli strumenti di analisi oggi disponibili: modelli matematici previsionali, sistemi non lineari multifattoriali, teoria del caos… E il ruolo stesso degli scienziati, nel loro difficile compito di bilanciare “catastrofisti” e “ottimisti incauti”, alla ricerca di una “terapia” possibile.

Non mancano approfondimenti sugli organismi internazionali che storicamente si sono occupati del problema e con impegno si sono prodigati per trovare soluzioni, coinvolgendo man mano sempre più Paesi verso uno sviluppo autenticamente sostenibile. Summit, accordi, obiettivi di percorso, molti dei quali ancora tutti da conseguire. Infine, non potevano mancare un capitolo dedicato alle questioni economiche e uno – in chiusura – a giornalisti e divulgatori scientifici, per i quali “la chimera del sensazionalismo è sempre in agguato”.

Il libro

Bartolomeo Buscema, “Dialogo con un adolescente sull’emergenza climatica” (Amazon, 2024)

L’Autore

Bartolomeo Buscema. Laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria Meccanica, ha svolto attività di progettista e direttore dei lavori nei settori delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. È stato consulente internazionale dell’IFAD (ONU) per progetti di impianti fotovoltaici nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente si occupa di divulgazione scientifica in ambito energetico-ambientale. È socio di UGIS – Unione Giornalisti Italiani Scientifici e di EUSJA – Unione Giornalisti Scientifici Europei.

Note

  1. Dichiarazione di Adhanom Ghebreyesus, direttore generale della World Health Organization (WHO), alla conferenza stampa di presentazione del rapporto “State of Climate Services for Health”, Ginevra, 2/11/2023; ripresa dalla Redazione di Brainfactor in “Crisi climatica, sarà crisi sanitaria? Il rapporto WMO”, Brainfactor, 2/11/2023.
  2. Serena Barello, “Cittadini del futuro: sfide planetarie e soluzioni sostenibili. Un’indagine psicosociale sul futuro del pianeta”, Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Università degli Studi di Pavia, Dicembre 2023; vedi “Italiani ‘estremamente preoccupati’ del cambiamento climatico”, Brainfactor edizione del 15/1/2024.
  3. Marco Mozzoni, “La polarizzazione della scienza”, Reputation Today, n. 33, giugno 2022; ripubblicato in Brainfactor, edizione del 29/6/2022.
  4. Marco Mozzoni, “Neuroscienze ambientali, a che punto siamo?”, Brainfactor, 9/2/2021.
  5. Marco Mozzoni, “Cambiamento climatico: come la psicologia può soccorrerci. Se n’è parlato all’11esima edizione dello Psychology Day delle Nazioni Unite”, VNY La Voce di New York, April 14, 2018.

Foto di Mika Baumeister su Unsplash

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Marco Mozzoni
Direttore Responsabile

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