Apocalisse nucleare, rapporto NAS su rischio

Non solo guerra atomica, ma anche “terrorismo nucleare” in vista…

Sono ben due le eventualità apocalittiche su cui si focalizza il nuovo rapporto del comitato di esperti della National Academies of Sciences (NAS), finanziato dal Dipartimento della Difesa americano su mandato del Congresso.

Siamo prossimi al punto di non ritorno? Nel rapporto si chiarisce subito in apertura che trattasi di lavoro preparatorio, per così dire, in cui viene passata in rassegna tutta la “letteratura” disponibile sull’argomento per affinare un “metodo” per la valutazione del rischio corrente.

Vengono poi messi in luce i punti di forza e di debolezza degli approcci sinora adottati e discussi alcuni degli “assunti pubblicamente disponibili alla base delle strategie di sicurezza USA”. E siamo ancora nella Fase 1 del progetto: la Fase 2 si aprirà a brevissimo, con una riunione convocata per questo fine settimana, dal 7 al 10 luglio.

In ogni modo – tengono a precisare gli esperti – “non verranno affrontati gli eventi geopolitici attuali, quali l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, sebbene dimostrino l’importanza di saggiare i rischi nucleari nel corso dei conflitti internazionali”.

I prossimi rapporti saranno però “classified” e solo una sintesi sarà di pubblico dominio.

Quattro le domande a cui gli americani cercano di rispondere:

  1. Cosa può accadere? Nello specifico, cosa può “andare storto”?
  2. Quanto è probabile che questi eventi potranno accadere?
  3. Se queste eventualità dovessero verificarsi, quali saranno le potenziali conseguenze?
  4. Qual è l’orizzonte temporale da tenere come riferimento?

A oggi, tre sono le “conclusioni generali” del panel:

  1. Esempi passati di guerra nucleare e terrorismo nucleare sono rari; c’è dunque poca evidenza diretta su cui poter effettuare “stime empiriche” in merito alla probabilità di entrambi gli eventi.
  2. Gli scenari che possono portare a guerra nucleare o terrorismo nucleare sono numerosi e coinvolgono molti fattori indipendenti: la valutazione dei loro rischi “spesso dipende dalle capacità, dai valori, dalle percezioni, dalle intenzioni di tanti esperti e soggetti agenti”.
  3. Differenti metodi di “risk assessment” (valutazione probabilistica del rischio, stime di magnitudine, teoria dei giochi, modelli a rete ecc.) sono “più o meno adatti a differenti situazioni e obiettivi”.

Infine, in chiusura, un avvertimento da tenere ben presente: “i modi in cui le informazioni sui rischi vengono valutate, strutturate e presentate hanno effetti potenti su come le stesse vengono comprese e utilizzate da chi poi deve prendere decisioni”…

Il rapporto:

National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine. 2023. Risk Analysis Methods for Nuclear War and Nuclear Terrorism. Washington, DC: The National Academies Press. https://doi.org/10.17226/26609

https://nap.nationalacademies.org/catalog/26609/risk-analysis-methods-for-nuclear-war-and-nuclear-terrorism

Image by Gerd Altmann from Pixabay

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