La rivoluzione informatica: conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale

“Con le macchine cognitive e i nuovi rapporti di potere determinati dalla rivoluzione informatica emerge la necessità di una piena consapevolezza degli esseri umani, affinché possano continuare a governare il proprio futuro”…

È proprio per portare il lettore a una “visione più ampia e sociale” dell’informatica che Enrico Nardelli, docente all’Università di Roma Tor Vergata e direttore del Laboratorio Nazionale Informatica e Scuola del consorzio CINI, sembra avere scritto il libro “La rivoluzione informatica. Conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale” (Edizioni Themis, 2022).

Intanto, che cos’è l’informatica? Ispirandosi sia alla Royal Society che all’Académie des Sciences, l’Autore risponde: “è una disciplina scientifica con un suo corpus di concetti, teorie, principi, metodi, conoscenze e problemi aperti; le trasformazioni che la tecnologia informatica ha apportato in tutti i settori fanno sì che ogni professione e ogni disciplina ne sia in qualche modo influenzata”.

Non possiamo più farne a meno, in un mondo che si autodefinisce “società digitale”, popolato da “una enorme quantità e varietà di sistemi digitali, senza alcuna sostanza materiale, che influenzano però la realtà fisica”. Il mondo digitale, infatti, è “virtuale solo in apparenza”, sottolinea Nardelli, spiegando come l’informatica stia accelerando lo sviluppo di scienza e tecnologia in tutti i campi del sapere.

Eppure, non può tutto. Così come i “cervelli elettronici” non hanno potuto materializzare le speranze di una società agli albori dell’automazione di “liberarsi per sempre dalla schiavitù del lavoro”. Illusioni o promesse tradite? Probabilmente, constata l’Autore, “siamo stati (e siamo ancora) un po’ superficiali” di fronte a ciò che le nuove tecnologie ci portano a fantasticare.

Purtuttavia siamo nel pieno della “terza rivoluzione nei rapporti di potere”. Dopo la prima, avvenuta nel XV secolo con l’invenzione della stampa, dopo la rivoluzione industriale del XVIII secolo in cui le macchine hanno reso replicabile il lavoro umano, la rivoluzione informatica non è solo una “variante evoluta dell’automazione”, perché “incide sul piano cognitivo”.

Oggi “chi controlla la tecnologia digitale è in grado di controllare la società”. Ne è convinto Nardelli nel citare una recente parafrasi del famoso detto di von Clausewitz: “La tecnologia digitale non è che la continuazione della politica con altri mezzi”. Il governo della tecnologia digitale allora “è strettamente funzionale all’esistenza di uno Stato, soprattutto di uno Stato democratico”.

Un libro a 360 gradi, dunque, scritto da un esperto che riesce però a spiegare una materia tanto complessa in un linguaggio preciso e comprensibile a tutti, sapendo passare dalla computazione quantistica ai risvolti sociopolitici, non facendo mancare un confronto (opportuno) tra realtà italiana e situazione internazionale.

Non per niente il Nostro è anche nel comitato direttivo di “Informatics for All” (Informatica per tutti), organizzazione europea nata nel 2018 con l’obiettivo di promuovere l’inserimento nelle scuole dell’insegnamento dell’informatica quale disciplina scientifica fondamentale per tutti gli studenti, “al pari della matematica e delle altre scienze”.

In Italia il Ministero dell’Istruzione (all’epoca MIUR), in collaorazione con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, ha avviato da anni l’iniziativa Programma il Futuro (di cui proprio Nardelli è coordinatore) per fornire alle scuole una serie di strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per formare gli studenti ai concetti di base dell’informatica.

Il libro

Enrico Nardelli, “La rivoluzione informatica. Conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale”, Edizioni Themis, 2022

Foto di ev su Unsplash

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