Siamo davvero nati per giudicare? Secondo Luca Surian e Francesco Margoni, sì. Nel senso che per certe disposizioni morali di base, non abbiamo bisogno di assimilare comportamenti dagli adulti che ci accudiscono, nemmeno dai coetanei. In altre parole, ci viene “spontaneo” giudicare in un determinato modo; e, contrariamente a quanto si crede, sin dalla prima infanzia.
Vittoria dei “geni” sull’ambiente? Più che altro è una questione evoluzionistica, come bene spiegano gli Autori di “Nati per giudicare. Origine e sviluppo della morale” (Laterza, 2023), accompagnandoci in una sorta di viaggio a ritroso nello sviluppo umano, supportati dai risultati degli studi più recenti, in cui scopriamo che tanto di quello che si teneva come punto fermo su questi temi (vedi Freud) è in gran parte da rivedere.
Certo, non dobbiamo più aspettare i 21 anni, ma nemmeno l’adolescenza e le prime interazioni sociali, perché è molto prima che sappiamo istintivamente come rispondere a stimoli che mettono alla prova la nostra “umanità” su questioni di giustizia distributiva, aiuto del prossimo, premi e punizioni, gestione oculata di risorse utili alla sopravvivenza del “branco” e le relative “violazioni”.
Delizioso lo stile espositivo, ottime la sintesi e la chiarezza, che non abbandonano mai il lettore.
Pregevole anche la capacità di “restare sul pezzo”, veramente difficile quando si affronta un argomento così vasto e sfuggente come la “morale”, su cui sono state scritte infinite pagine, da quando l’uomo ha iniziato a ragionarvi sopra, anzi “prima ancora di Adamo ed Eva”, come sottolineano in una battuta i due professori.
Sia chiaro, tengono poi a precisare: “questo non è un libro di filosofia”, ma di psicologia; anche se qualche rimando ogni tanto si rende necessario, specialmente per definire bene i confini di ciò che si è, in vero, “misurato” negli studi, passati sistematicamente in rassegna nel volume per far emergere le “evidenze empiriche” a cui hanno dovuto cedere il passo anche pionieri del calibro di Piaget, Kohlberg, Hoffmann ecc.
“Non è infatti un’esagerazione concludere – sottolineano Surian e Margoni – che questi dati stanno rivoluzionando la descrizione dello sviluppo sociale del bambino”, dotato di un “iniziale senso morale, composto da una ricca serie di aspettative e preferenze, che sino a quindici anni fa era giudicata attribuibile solamente a un individuo dall’età scolare in poi”.
Un senso morale che comprenderebbe anche la capacità di giudicare il prossimo sulla base delle sue intenzioni (giudizio morale basato sugli “stati mentali”, come si usa dire in psicologia), quale “tratto universale della specie umana, […] presente, anche se non sempre espressa, già nel bambino molto piccolo”.
Allora qual è l’origine di questa competenza? Sarebbe da ricercarsi nel “sostanziale valore adattivo che essa ha conferito all’uomo come essere sociale durante la lunga storia evolutiva della sua specie”, argomentano i Nostri, anche se è allo stesso modo possibile che “aspetti culturali e sociali di un popolo ne influenzino l’espressione”.
Ovviamente c’è molto di più nel volume di quanto abbiamo qui semplicemente accennato. Ma non volevamo privare il lettore del piacere della scoperta personale di un libro a nostro avviso indispensabile. Specialmente in un momento storico che sembra volerci ricacciare indietro di secoli, per farci ripetere ancora una volta gli stessi tragici errori.
Gli Autori
Luca Surian è professore ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Trento, dove è responsabile del Laboratorio di Sviluppo Neurocognitivo. Ha insegnato e svolto attività di ricerca a Londra, in USA, a Pisa, Padova e Trieste. Ha pubblicato articoli scientifici e monografie. Per Laterza è autore di Autismo (2002) e Lo sviluppo cognitivo (2009).
Francesco Margoni è professore associato di Psicologia presso il Dipartimento di Studi sociali dell’Università di Stavanger in Norvegia. Ha svolto attività di ricerca e di insegnamento alle università di Trento e di Oslo. Ha pubblicato articoli scientifici sullo sviluppo della morale e il volume Il bambino di Platone (Le Due Torri 2018).
Il libro
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