PsyOp: operazioni psicologiche, evoluzioni e prospettive

Le operazioni psicologiche o PsyOp rappresentano una capacità multidisciplinare che richiede l’uso della tecnologia non solo nelle scienze sociali, ma anche nei settori del design, dell’ICT, dell’elettronica, delle trasmissioni radiofoniche e della stampa. Ha un ruolo importante nel concetto strategico di guerra fin dall’inizio della storia. La dimensione psicologica di un conflitto è tanto importante quanto la sua dimensione fisica e le operazioni psicologiche sono diventate ancora più rilevanti in quest’era dell’informazione.

Key words: psychological operations, information warfare, relazioni internazionali.

Abstract

Psychological operations or PsyOp represents a multi-disciplinary tool which requires the implementation of technology in the field of social sciences, as well as in areas of design, Information and Communication Technology, electronics, broadcasting and printing. It’s a fundamental part of warfare in all ages. The psychological dimension of a conflict is as important as its physical dimension and Psychological Operations have become even more relevant in this epoch of information.

Key words: psychological operations, information warfare, international relations.

1. Introduzione

Secondo un documento dello U.S. Army Special Operations Command del 2015, le operazioni psicologiche (PsyOp) sono definite come “operazioni pianificate per trasmettere informazioni selezionate per influenzare le emozioni, le motivazioni, i ragionamenti oggettivi e, in ultima analisi, il comportamento di governi stranieri, organizzazioni, nonché altri gruppi e individui.” In base ad altre definizioni includono azioni intraprese allo scopo di alterare la percezione delle forze ostili al fine di renderle meno inclini ad affrontare un impegno militare diretto e ad adottare un approccio più favorevole nei confronti di taluni obiettivi.

Secondo altre versioni si concretizzano nella diffusione massiccia di informazioni a paesi stranieri a sostegno di precise politiche e nell’interesse di obiettivi nazionali. Tali operazioni possono essere indirizzate per il conseguimento di obiettivi strategici e costituiscono esse stesse una parte degli strumenti utilizzati da molti Paesi per soddisfare i propri interessi nazionali e di proiezione. Decisivo per il conseguimento degli obiettivi, potrà essere il comportamento o l’assoggettamento del cosiddetto “pubblico di destinazione” in ragione del grado di accettazione dei prodotti e delle tecniche realizzate. Maggiore è il grado di assoggettamento da parte di una popolazione e maggiori saranno le opportunità di successo per i creatori delle stesse che, pertanto, dovranno dimostrare una conoscenza approfondita e completa della popolazione target e della leadership, nello specifico intento di plasmare le percezioni e influenzare le loro volontà fino a condurre ad una accettazione del risultato desiderato.

Ne consegue che oltre alle operazioni armate di tipo convenzionale presenti nei teatri operativi, è possibile applicare le operazioni psicologiche per tutta la durata del conflitto e comunque già in un periodo di pace, inteso sia come periodo immediatamente prima di un conflitto convenzionale ma anche come periodo in cui deliberatamente si sceglie di non procedere con attività convenzionali e che quindi potrebbe non sfociare mai in una guerra. Tra le caratteristiche vi è quella di non fare uso della forza e di usare tale elemento quale “avvertimento” per la riuscita di operazioni selettive alcune delle quali prevedono anche lo sfruttamento di azioni di forza comunque verificatesi. L’obiettivo resta sempre quello di “persuadere” piuttosto che costringere fisicamente. Si basa su fattori cognitivi come logica, paura, desiderio o altri fattori mentali per promuovere emozioni, atteggiamenti o comportamenti specifici, al fine di convincere le forze avversarie a intraprendere azioni favorevoli al decisore.

2. Caratteristiche delle PsyOp

Le PsyOp costituiscono una delle diverse forme dell’Information Warfare, metodologia di approccio al conflitto armato incentrata sulla gestione e l’uso delle informazioni in ogni loro forma e a qualunque livello, allo scopo di assicurarsi il decisivo vantaggio militare in contesti militari combinati e integrati. Tale forma di conflitto prevede operazioni difensive e offensive con iniziative quindi che spaziano da attività tese a impedire all’avversario di acquisire o sfruttare informazioni fino a misure tendenti a garantire l’integrità, l’affidabilità e l’interoperabilità del proprio assetto informativo.

Un aspetto abbastanza singolare è costituito dal fatto che al di là dell’ambito prettamente militare, l’IW si manifesta concretamente anche in ambito politico, economico, nella vita sociale, fino a permeare in alcune sue applicazioni, il delicato ambito della sicurezza nazionale nel lasso di tempo che distingue un periodo “di pace” dal periodo di guerra. Tra le principali aree in cui è possibile suddividerla, si segnala la Command and Control Warfare, l’Intelligence Based Warfare, l’Electronic Warfare e la Cyber Warfare, tutte accomunate dall’acquisizione e dall’uso di informazioni.

Nei principali manuali delle Forze Armate U.S.A. viene inoltre chiarito che nonostante molte delle operazioni portate avanti nel contesto dell’Information Warfare possano provocare un impatto psicologico, non per questo vi è coincidenza con le operazioni psicologiche che, invece, sono caratterizzate da una significativa influenza della sfera emozionale, motivazionale e dei processi mentali dei destinatari. Sono molte le particolarità su tali operazioni inserite nei documenti di dottrina militare quali ad esempio il JP-3-13.2 che tuttavia presenta un aspetto rilevante: nessun riferimento viene fatto alle attività di contropropaganda intese come attività identificanti la propaganda avversaria finalizzata a influenzare le cosiddette forze amiche o le proprie forze militari (presente invece nella versione precedente ovvero nella pubblicazione JP 3-53. Analogamente, nessun riferimento emerge circa la possibilità che la popolazione statunitense possa essere essa stessa (così come le forze armate) oggetto di operazioni psicologiche da parte dell’avversario. Probabilmente tale assenza è il frutto del convincimento che le forze militari statunitensi operino nel settore delle operazioni psicologiche attraverso un sistema globale che nel provocare gli effetti desiderati nei confronti dell’avversario è in grado di proteggere la propria popolazione e le proprie forze armate.

Le PsyOp sono funzionali al raggiungimento di obiettivi di sicurezza nazionale a livello tattico, operativo e strategico. Nel primo caso si tratta di operazioni solitamente usate per il conseguimento di obiettivi immediati o a breve termine, in genere anche predisposte per migliorare il complesso delle attività militari in tempo di pace e supportare efficacemente i contingenti che operano all’estero. A livello operativo invece si tratta di operazioni che vengono programmate nei confronti di gruppi già individuati, all’interno del teatro di operazioni per il conseguimento di diversi scopi tra cui il supporto alle operazioni militari oppure la preparazione del teatro di operazioni finalizzato al combattimento. Al più alto livello troviamo le operazioni per il conseguimento di obiettivi strategici programmate e dirette a lungo termine, incidenti in più settori e diretti a più gruppi/obiettivo.

3. Evoluzione storica

L’uso di tali operazioni nel corso della storia dimostra la validità di uno strumento la cui duttilità è fondamentale per il suo impiego in affiancamento alle tecniche “tradizionali”.

3.1. Prima guerra mondiale: 1914-1919

Comunemente considerato come l’inizio delle PsyOp moderne, il periodo della Prima Guerra Mondiale rappresenta certamente un momento storico di particolare rilevanza attesa la diffusione di mezzi di comunicazioni quali stampa moderna, radio e altri che consentivano la trasmissione di messaggi radio per una più ampia diffusione. Notevole l’uso ai fini propagandistici di aerei e palloncini tramite i quali venivano diffusi volantini dai contenuti fortemente impattanti sotto il profilo emozionale.

Nel 1914, nel Regno Unito, sotto il coordinamento del Foreign Office, venne creato il War Propaganda Bureau, più comunemente noto come Wellinghton House, nell’ambito del quale vennero realizzati i principali progetti propagandistici. Dopo appena un anno di attività il bureau aveva prodotto circa 2,5 milioni di copie tra opuscoli, libri e stampati vari in 17 lingue diverse. Una delle pubblicazioni più celebri fu il “rapporto sulle presunte violenze tedesche” del maggio 1915, contenente notizie su presunte atrocità commesse dalle forze armate tedesche contro i civili in Belgio. Di particolare interesse anche i volantini che venivano consegnati ai piloti d’aereo per il successivo lancio di diffusione dietro le linee nemiche. I contenuti variavano dalla minaccia al bombardamento di una certa area, ad offerte di ricompensa o all’invito a disertare. Le tecniche vennero perfezionate col passare del tempo e nel tentativo di limitare l’abbattimento di aerei e la cattura di piloti si passò ad una diffusione tramite palloni aerostatici.

Il 9 agosto del 1918, dai cieli di Vienna piovvero nel territorio austriaco circa trecentocinquantamila volantini nei quali si tentava di spiegare che il loro governo era il vero nemico della libertà, invitando gli stessi a non combattere contro gli italiani. Si trattò all’evidenza di una missione di PsyOp portata a termine da una squadriglia di aerei capitanata da Gabriele D’Annunzio, predisposta nell’intento di influenzare la sfera emozionale e motivazionale della popolazione austriaca. La specifica operazione potrebbe oggi rientrare tra le MISO ovvero le “military information support operation”, sostanzialmente con finalità di manipolazione.

3.2. Seconda guerra mondiale (1939-1945)

La seconda guerra mondiale, si caratterizzò per un massiccio uso di trasmissioni radiofoniche dirette principalmente a minare il morale delle truppe. Fu questo il caso della trasmissione radiofonica Zero Hour e della sua conduttrice più famosa Tokio Rose che operò per conto delle truppe giapponesi. La speaker unitamente ad altre sue colleghe aveva il compito di intrattenere i radioascoltatori (truppe statunitensi e alleate) con voce suadente e demoralizzarli. Qualcosa di simile fu organizzato anche dalla Germania che usò Mildred Gillar conosciuta anche come Axis Sally. Gli inglesi perfezionarono invece un programma organizzato dalla BBC spesso ascoltato anche dai tedeschi, rivolto ai Paesi europei. In Italia divenne famosa la trasmissione radiofonica Radio Londra le cui trasmissioni, iniziate nel 1938 ebbero un ruolo fondamentale nel diramare “messaggi speciali” redatti dagli Alti Comandi alleati e diretti alle unità di resistenza, nonché dagli stessi reparti sul campo per comunicare progressi e attività nei vari teatri di operazione.

Altre attività vennero organizzate dal Comando USA allo scopo di confondere le idee al nemico convincendolo che l’imminente invasione alleata in Europa sarebbe avvenuta sulle spiagge antistanti a Calais e non in Normandia, creando al riguardo il famoso “First United States Army Group” pronto (nella finzione dell’operazione abilmente orchestrata) a colpire oltre Manica. Lo stratagemma funzionò e gran parte delle forze tedesche venne dislocato a Calais in attesa di uno sbarco che non avvenne mai.

3.3. Bosnia-Erzegovina (operazioni IFOR/SFOR)

Le Missioni IFOR e poi SFOR succedutesi nella Bosnia-Erzegovina dopo gli accordi di Dayton, in un periodo di tempo che va dal 1995 al 1997, diedero modo di attuare una complessa campagna di operazioni psicologiche condotte su più livelli nell’intento principale di influenzare la popolazione locale per cooperare con le attività NATO. L’approccio iniziale è stato quello di adottare una campagna multimediale, seppur limitata, cercando di utilizzare processi psicologici graduali per invogliare la popolazione ad accettare i cambiamenti e la presenza del contingente. I media locali, gestiti saldamente dalle fazioni locali rappresentarono da subito un problema e pertanto si cercò di ovviare ricorrendo alla costruzione di stazioni radio. Originariamente, furono istituite cinque stazioni radio situate nelle cinque città più popolose del paese: Sarajevo, Tuzla, Banja-Luka, Mrkonjic Grad e Mostar a cui si aggiunsero altre tre a Sarajevo (Radio Mir), Brcko e Coralici. Queste radio funzionavano almeno 18 ore al giorno con musica, notiziari e messaggi). Non mancarono la realizzazione di un quotidiano “The Herald Of Peace”, una rivista mensile “Mircko” destinata ai giovani, nonché decine di spot televisivi destinati alle tv locali e milioni di manifesti e volantini.

3.4. Israele e Palestina (2012)

Il 14 novembre 2012 Israele, con un attacco aereo da Gaza e diretto nei confronti di esponenti di vertice dell’organizzazione Hamas lanciò l’operazione “Pilastro di Difesa/Colonna di nuvola”. Per la prima volta tale attacco non venne annunciato o pubblicizzato nel corso di tradizionali conferenze stampa ma venne pubblicizzato su Twitter, Youtube, Flickr e altri social media. Una decisione apparentemente inattesa, che lanciava una nuova sfida: comunicare le attività del teatro di operazioni, attraverso la diffusione di notizie e immagini proposte sui social media con immediate visualizzazioni e possibilità di scambi di opinioni senza limiti geografici. Per la prima volta la guerra varcava i confini fisici e si propagava in rete.

4. La funzione dei new-media

La dottrina PsyOp ha intravisto, nella diffusione dei media in genere, un’occasione da non perder per il perseguimento dei propri obiettivi, lo dimostra l’attenzione che viene fatta nelle numerose pubblicazioni di forze armate europee del settore, quasi tutte in recepimento della pubblicazione NATO AJP-3.10.1(B) Allied Joint Doctrine for Psychological Operations, ed. 2014.

Nelle stesse, i mezzi di comunicazione di massa, vengono definiti come il complesso degli organi di stampa e dei mezzi audiovisivi (giornali, pubblicazioni, tv, cinema, radio, internet) in grado di raggiungere e influenzare con i loro messaggi un pubblico numeroso e sono suddivisi in due macro aree: media tradizionali e new media. Per quanto concerne i primi, essendo contraddistinti da un numero ristretto di mezzi e di messaggi a disposizione, presentano un limite costituito dall’analisi dell’interazione generata tra trasmettitore e ricettore, ritenuta di non facile realizzazione. I secondi invece presentano degli aspetti più interessanti, molti dei quali legati alle caratteristiche proprie, alla velocità con la quale si sono sviluppati e alla loro pervasività nella sfera sociale.

Nei new-media, il rapporto comunicativo tra trasmettitore e ricettore può essere istantaneo con conseguente facilità di analisi di interazione suscettibile di essere fatta anche nell’immediatezza. Fanno largo uso della digitalizzazione delle comunicazioni (si pensi agli e-book, alla stampa digitale e alla tv satellitare) e usufruiscono delle potenzialità della rete per la trasmissione dei dati. Peraltro, la citata interazione, non avviene più, come per quelli tradizionali, unicamente tra i due soggetti in precedenza indicati ma è possibile, per uno sterminato pubblico, condividere immediatamente idee, pensieri e contenuti facendo in modo che chiunque possa transitare dal ruolo di ricettore a quello di trasmettitore con il vantaggio di una moltiplicazione del ruolo e quindi della stessa informazione. Tra le principali tipologie o categorie di new media, si fa riferimento a:

  • Blog, consentono la trasmissione di pensieri e idee attraverso immagini, video e contenuti.
  • Collaborative Projects, consentono la creazione congiunta e simultanea di contenuti relativi alla conoscenza da parte di molti utenti finali.
  • Social Network, operano un collegamento tra reti di gruppi o persone, in grado di fornire luoghi di incontro virtuali dove scambiare idee e opinioni.
  • Content Sharing, consentono la condivisione di contenuti video, photo, audio o podcast;
  • Social game world, consentono l’instaurazione di relazioni sociali nel mondo virtuale.
  • Virtual game world, consentono il gioco in mondi virtuali.

Questa sintetica suddivisione è sufficiente a evidenziare come essi siano in grado di offrire uno strumento di incredibile portata per raggiungere, in brevissimo tempo, quelle masse critiche spesso identificate come targets di interesse.

I principali vantaggi dell’uso dei new-media nella conduzione delle PsyOp sono:

  • la capacità di raggiungere immediatamente un vasto pubblico, fattore essenziale per queste operazioni;
  • l’economicità dello strumento usato;
  • la capacità di raggiungere individui difficilmente avvicinabili in altri modi, grazie all’elevato livello di penetrazione della rete;
  • la facilità di modificare/sostituire/omettere in rete, informazioni o parti di esse, adattandole al pubblico di destinazione;
  • la capacità di sfruttare tutte le tecnologie disponibili per garantire un sufficiente grado di anonimato.

Per contro, si riscontrano degli svantaggi seppure in parte mitigati dallo sviluppo tecnologico:

  • difficoltà nel dosare le informazioni a segmenti di pubblico selezionati a meno di implementare le funzionalità per singoli target o gruppi di essi, con conseguente ulteriore sforzo per ridurre al minimo l’impatto negativo delle operazioni su destinatari non valutati/non desiderati;
  • i destinatari devono comunque essere in grado di accedere alla rete;
  • le attività PsyOp devono “attrarre” l’utente con una incidenza maggiore rispetto agli altri media; questo richiede un grande sforzo da parte degli ideatori per trovare le formule più accattivanti compatibili con i new-media ma soprattutto di conoscere al meglio gli utenti per delinearne il livello di assoggettamento.

4. Conclusioni

È verosimile che il teatro operativo nel 21° secolo non sarà limitato ai soli domini terra, mare e aria ma si svilupperà principalmente nel dominio cibernetico peraltro particolarmente adatto alle operazioni psicologiche; ed è proprio in questo dominio che le operazioni psicologiche vedranno un nuovo punto di svolta. Nella parte storica di questa breve analisi è stato descritto quello che convenzionalmente si può definire come il primo secolo delle operazioni psicologiche; adesso ci si avvia al nuovo secolo, pieno di novità, contraddizioni, interconnessioni impensabili fino a pochi anni fa ma allo stesso tempo contrassegnato dalla sempiterna “grande competizione” che pur nelle sue molteplici vesti continua a caratterizzare le relazioni internazionali.

La lotta per il potere, per le idee, per le visioni politiche e per gli interessi economici ha certamente cambiato aspetto e viene condotta secondo schemi asimmetrici e non convenzionali e al posto del campo di battaglia come eravamo abituati a concepirlo, si è già spostata (ed ancor più lo farà nell’immediato futuro) in un dominio cyber dove attori statuali e non si affrontano sempre più incisivamente. Lo stanno già facendo le attuali grandi potenze con la particolarità che, chi fra queste non è ancora in grado di avere una supremazia militare in mare e nei restanti domini tradizionali si sta impegnando, spasmodicamente, nell’intento di primeggiare nel dominio cibernetico anche ricorrendo in maniera massiccia alle operazioni psicologiche.

Oggi è più facile sentire parlare di tecnologia, malware e hacker, per cui, istintivamente verrebbe da pensare che sia solo ed esclusivamente questo l’ambito operativo futuro e che non ci sia spazio per altro. Nonostante ciò le operazioni psicologiche (per certi versi quanto di più antico può essere stato utilizzato nel corso dei conflitti) dimostrano la loro validità e il loro uso sarà certamente ancor più importante in una sorta di “modello paradigmatico” idoneo per le sfide future, attraverso lo sviluppo di capacità sia offensive e sia difensive.

In ordine alle prime, i nuovi professionisti delle operazioni psicologiche sono già proiettati ad una migliore conoscenza del dominio cyber, pur mantenendo la loro originaria funzione di influenzare le emozioni, le motivazioni e il comportamento di governi, organizzazioni e gruppi di individui. Parallelamente, dopo aver messo a frutto le lessons learned anche recenti, moltiplicano gli sforzi per un maggiore controllo della galassia dell’informazione, attraverso una modulazione strategico-funzionale, in parte già collaudata, contraddistinta da esigenze e priorità e pertanto volutamente standardizzata e indirizzata fortemente a orientare aspetti socio-culturali e comportamentali di intere aree/gruppi oggetto di interesse, anche con l’inserimento di precise strategie di distrazione di massa.

Circa le capacità difensive occorrerà prestare particolare attenzione alle attività di PsyOp condotte dagli avversari siano essi attori statali o non statali, al fine di riuscire a individuarle e predisporre le contromisure adeguate, ma soprattutto affinché possa essere ancora garantita la comprensione tra “realtà” e “finzione”, tra il “vero” e il “falso”.

Pietro Lucania

Bibliografia

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