Insight, il colpo di genio quando non te l’aspetti

Insight, il colpo di genio quando non te l’aspetti.A chi non è capitato di pensare per ore a un problema e poi di trovare la soluzione quando si pensava ormai ad altro. Si tratta di un fenomeno di insight, la capacità e l’effetto di «vedere dentro» un problema, coglierne i rapporti funzionali e procedere a un atto cognitivo di ristrutturazione. La creatività di genio è strettamente connessa all’intuizione: la percezione diretta – senza la mediazione della conoscenza discorsiva – di un oggetto, di un problema e delle sue relazioni.

L’insight indica una ridefinizione del sistema da parte del soggetto, una riconfigurazione dello spazio del problema, una reinterpretazione della situazione nel suo complesso, con un «salto» verso la soluzione, che prescinde, almeno in parte, dalle strategie apprese fino a quel momento.

L’intuizione si configura come l’apparire improvviso alla coscienza della soluzione a un problema cognitivo: un salto che chiude il gap tra dove ci si trova (stato iniziale) e dove si vorrebbe arrivare (stato obiettivo, soluzione) in assenza di regole su come varcare tale gap. Si tratta di un gap che non è sempre colmabile ricorrendo alle categorie del pensiero esplicito, nemmeno se portate avanti fuori del cono di luce della coscienza.

Spesso un problema è risolto un passo alla volta, lungo un percorso continuo (per esempio, problemi algebrici che implicano una sequenza finita di passi logici). Altrimenti, se c’è una discontinuità nel pensiero o nel percorso, è necessario un pensiero «trasformativo», che coinvolge primariamente una ristrutturazione mentale – un eureka – un’esperienza in cui il soggetto coinvolto – il solutore – diviene improvvisamente e imprevedibilmente consapevole della soluzione.

L’insight, pur essendo un fenomeno noto e riconosciuto, non trova accordo tra gli psicologi sulla definizione. Sono stati tuttavia evidenziati quattro stadi, riassunti da Sandkühler e Bhattacharya:

  1. L’impasse mentale: l’incapacità di abbandonare una rappresentazione inadatta del problema. Può condurre gli sforzi in una direzione e impedire nuove interpretazioni oppure a un blocco temporaneo nel recupero delle informazioni. Un eccessivo focalizzarsi su indizi sbagliati o irrilevanti può impedire al di vedere l’ovvia soluzione.
  2. La ristrutturazione: il processo attraverso il quale si rompe l’impasse, passando da una rappresentazione fuorviante del problema a quella corretta. È resa possibile o da processi interni di recupero da memorie di lungo termine di concetti che possono essere usati per reinterpretare la conoscenza disponibile o dalla disponibilità di elementi esterni (due i processi proposti per spiegarla: 1) processo controllato, conscio, di intensa attenzione (Kaplan, Simon 1990); 2) ricombinazione automatica e inconscia di rilevanti elementi informativi nella memoria di lungo termine (Ash, Wiley 2006; Bowden, Jung-Beeman 1998).
  3. La comprensione profonda: l’insight è percezione più appropriata (e intuitiva) del problema e della sua soluzione.
  4. La subitaneità: l’insight è vissuto come spontaneo e improvviso, senza avvisaglie della sua comparsa.

Riassumendo, si potrebbe dire che le caratteristiche che contraddistinguono l’insight sono due: da un lato avviene al di fuori del controllo esplicito della coscienza e dall’altro compie una sorta di salto epistemico che supera i limiti delle risorse logiche e linguistiche disponibili.

Vi è anche una ricca aneddotica in merito, che conferma come la creatività sembri configurarsi quale attività che non segue i canoni del ragionamento sequenziale tipico del discorso e del linguaggio.

Otto Loewi insieme ai suoi collaboratori

Otto Loewi insieme ai suoi collaboratori

Otto Loewi (1873-1961), fisiologo di origine tedesca, premio Nobel per la medicina nel 1936 grazie ai suoi studi sulla trasmissione chimica degli impulsi nervosi, narrò che la prima intuizione della sua scoperta gli era apparsa in sogno dopo 17 anni di infruttuose e frustranti ricerche sperimentali. Una notte gli sarebbe apparso in sogno il modo di appurare se una sostanza chimica possa fare da tramite nel collegamento sinaptico. Svegliatosi, si alzò e scarabocchiò alcuni appunti.

Sfortunatamente, il mattino seguente non riuscì a decifrarli. Il giorno dopo, sognò nuovamente la procedura, andò direttamente in laboratorio ed effettuò l’esperimento con due cuori di rana, dimostrando che il ritmo caratteristico si trasmetteva da uno all’altro grazie al trasferimento di acetilcolina. Lo stesso scienziato nota che «moltissime delle scoperte definite intuitive sono associazioni compiute nel subconscio».

Il chimico Frederich August Kekulé von Stradonitz (1829-1896) raccontò, in un discorso alla Deutsche Chemische Gesellschaft, di avere identificato la struttura del benzene e la regola per la sua rappresentazione durante «sogni a occhi aperti» mentre guardava le scintille del caminetto comporre circoli nell’aria: prima vide gli atomi danzare in un vortice e poi un serpente mordersi la coda, finché si convinse che le molecole organiche hanno forma circolare e non lineare.

I matematici sembrano essere particolarmente portati a manifestare forme di insight. Il matematico francese Jules-Henri Poincaré (1854-1912) rifletté esplicitamente sul modo in cui riusciva ad arrivare alle dimostrazioni matematiche. Di fronte a un problema particolarmente difficile rimuginò molto e poi si arrese. Improvvisamente l’intera soluzione gli «saltò in mente» durante un viaggio a Lione, mentre saliva sul predellino di un omnibus (Franco, 1989).

Infine, il matematico indiano autodidatta Srinivasa Ramunujan (1887-1920) raccontò di aver visto in sogno uno schermo fatto di sangue in cui una mano gli svelava la soluzione delle funzioni ellittiche, alla cui trattazione diede contributi fondamentali.

Andrea Lavazza
Studioso di filosofia della mente e di scienze cognitive

Articoli di BrainFactor che hanno trattato in questi anni il tema della genialità…

Il presente articolo è inserito nel contesto della maratona divulgativa di BrainFactor e Società Italiana di Neurologia (SIN) “L’Agenda del cervello: un argomento al giorno” in occasione della Settimana del Cervello promossa in tutto il mondo da Dana Foundation dal 14 al 20 Marzo 2011.

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