Alzheimer, prevenirlo è possibile?

Domani è la Giornata Mondiale della Malattia di Alzheimer, condizione che interessa oltre 40 milioni di persone, di cui un milione solo in Italia. Uno su quattro oltre gli 80 anni. Lo fa sapere in una nota la Società Italiana di Neurologia (SIN), sottolineando che nei prossimi vent’anni i casi sono destinati a raddoppiare.

I pazienti manifestano inizialmente deficit di memoria per fatti recenti, successivamente disturbi del linguaggio, perdita di orientamento spaziale e temporale, progressiva perdita di autonomia nelle funzioni della vita quotidiana. A tali deficit spesso si associano problemi psicologici e comportamentali, come depressione, incontinenza emotiva, deliri, agitazione, vagabondaggio.

“Nei pazienti con demenza conclamata – dichiara il Prof. Carlo Ferrarese, presidente SINDEM, direttore scientifico del Centro di Neuroscienze dell’Università Bicocca e direttore della Clinica Neurologica del San Gerardo di Monza – l’atteggiamento del parente che si prende cura dell’ammalato è fondamentale per la prevenzione e la cura dei disturbi comportamentali, che sono l’aspetto più preoccupante”.

“Ancora oggi – aggiunge – le terapie per la cura dell’Alzheimer possono solo in parte mitigare i sintomi, ma non hanno alcun impatto sulla progressiva evoluzione della demenza, una volta che questa si è manifestata. Proprio per questo la speranza di cura è legata alla prevenzione nei soggetti a rischio ma non ancora dementi che presentino i primi segni di lievi deficit cognitivi, per capire se tale condizione è destinata a evolversi e sia possibile attuare strategie preventive per ritardare l’esordio di malattia”.

Quali strategie adottare? In prima battuta, i neurologi consigliano la riduzione dei fattori di rischio per le patologie vascolari quali ipertensione, diabete, obesità, fumo, attraverso uno stile di vita sano che contempli regolare attività fisica e un’alimentazione ricca di sostanze antiossidanti come la dieta mediterranea, come gli studi più recenti suggeriscono.

Inoltre, anche le attività sociali e “cognitive” possono aiutare, perché stimolano il cervello e favoriscono la creazione di nuove connessioni neuronali in grado di contrastare gli effetti del danno di alcuni circuiti cerebrali. Imparare nuove lingue, suonare uno strumento musicale, impegnarsi in un lavoro o in un passatempo stimolante, sono tutti accorgimenti utili a ritardare la comparsa di demenza.

Image credits: Stock Photos from 4 PM production / Shutterstock

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