Sesso e cervello, come la donna sceglie il proprio partner; BrainFactor intervista Paola Bressan

Sesso e cervello, come la donna sceglie il proprio partner; BrainFactor intervista Paola Bressan.Le donne con un partner sarebbero più attratte da “uomini impegnati” piuttosto che da uomini single, ma solo quando la propria probabilità di concepimento è bassa, cioè fra la prima e la quarta settimana del ciclo ovulatorio. Questa preferenza si capovolgerebbe quando la possibilità di concepimento è alta, cioè fra la seconda e la terza settimana, con un picco nei giorni di massima fertilità: in questo caso le donne troverebbero nettamente più attraenti gli uomini single. E’ quanto sostiene Paola Bressan, ricercatore e docente all’Università degli Studi di Padova, che ha recentemente pubblicato uno studio in merito su Psychological Science (Bressan P. et al., The best men are (not always) already taken: Female preference for single versus attached males depends on conception risk, Psychological Science, 2008), ampiamente ripreso per la sua importanza da Nature (Kaplan M, Fertile wives find single men sexy, Nature 2008). Con il libro Il Colore della Luna: come vediamo e perché (Laterza 2007), ha vinto il premio Giovanni Maria Pace per il miglior saggio italiano di divulgazione scientifica. BrainFactor l’ha intervistata sul tema “Sesso e cervello, come la donna sceglie il proprio partner”.

Professoressa Bressan, quali sono le scelte femminili “istintive” su un potenziale partner maschile?

Un uomo nuovo viene automaticamente considerato come un potenziale nuovo partner. Un uomo impegnato, contrariamente a un single, mostra per il fatto stesso di essere impegnato di avere le qualità necessarie a costruire e mantenere una relazione. Quando la donna è nei giorni fertili del ciclo, però, le sue priorità incontrando un uomo nuovo si invertono bruscamente: quest’uomo potrebbe darle (ora) un figlio “migliore” (cioè, con maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi) del figlio che le darebbe l’uomo con cui sta? Un uomo nuovo dall’aspetto mascolino (i tratti mascolini segnalano un sistema immunitario più robusto della media) ha i requisiti giusti, ma è necessario che quest’uomo sia disposto a un incontro ravvicinato in tempi brevissimi, prima che la finestra di fertilità si chiuda; e ciò è più probabile se è single invece che già impegnato. Queste preferenze femminili istintive sarebbero state chiaramente vantaggiose nel Pleistocene (quando la mortalità infantile era elevatissima, e poche e preziose le occasioni di concepire) e sono ancora con noi.

Qual è il modello comportamentale di tale scelta?

Una delle implicazioni dei nostri risultati è che, nell’arena della ricerca del partner come in altre, le nostre preferenze si adattano alle circostanze ambientali, sia “interne” (la probabilità di concepire, il fatto di avere già un partner e via dicendo) che “esterne” (la disponibilità di potenziali compagni, l’importanza delle cure paterne per la sopravvivenza di un figlio nell’ambiente in cui si vive e così via). Tutti gli studi fatti finora convergono su un messaggio comune: i nostri comportamenti non sono fissi e inalterabili. Si sono evoluti in modo da potersi adattare in modo flessibile al contesto. E’ ironico che la psicologia evoluzionistica venga talvolta accusata di determinismo genetico, cioè di negare gli effetti  dell’ambiente sul nostro comportamento!

E quali sono le implicazioni etiche di tali scelte?

L’istintivo spostarsi delle preferenze femminili da uomini impegnati a uomini scapoli durante il periodo fertile aumenta le probabilità che l’interesse venga ricambiato. Ne consegue che si alza la probabilità non solo di tradire il proprio partner, ma anche quella di concepire un figlio con un uomo diverso dal proprio partner. Su questo punto voglio chiarire che ciò non significa che siamo destinati ad essere infedeli, o che siccome essere infedeli è naturale non ci possiamo fare niente. Anche l’attrazione verso alimenti carichi di zuccheri e grassi fa parte della nostra eredità genetica, ma sapere che questi cibi sono dannosi ci può far superare il nostro desiderio di mangiarne in continuazione contrapponendo a questo desiderio un altro desiderio che fa pure parte della nostra eredità genetica, quello di mantenerci in buona salute. Allo stesso modo, l’infedeltà è parte della natura umana, ma anche la lealtà verso le persone a cui vogliamo bene e il bisogno di mostrare che siamo degni di fiducia sono parte della natura umana.

Ci sono altri studi che sostengono questa ipotesi?

Certo. Alcune ricerche mostrano che, quando è nel periodo fertile del ciclo rispetto a quando non lo è, una donna che ha un partner si sente istintivamente più attratta verso uomini dall’aspetto mascolino (piuttosto che femmineo). Presumibilmente questo accade perché i tratti mascolini (come mascelle e zigomi prominenti, un corpo muscoloso e così via) richiedono alti livelli di testosterone, e il testosterone ha effetti immunosoppressivi: quindi, solo uomini con un sistema immunitario robusto possono permettersi di produrre tratti mascolini. I geni coinvolti nello sviluppo di un buon sistema immunitario sono parzialmente ereditabili. Ne consegue che, nel corso dell’evoluzione, le donne che preferivano accoppiarsi con uomini mascolini hanno lasciato discendenti più sani e forti di quelle che non avevano questa preferenza. Qui i problemi sono due. Il primo è che gli uomini mascolini sono pochi e desiderati da molte, per cui solo poche donne possono permettersi di assicurarseli come partner stabili. Il secondo è che il testosterone aumenta l’aggressività, per cui gli uomini mascolini tendono sì ad essere migliori padri biologici, ma anche peggiori mariti e peggiori padri di famiglia. Insomma, nessuna delle due possibili strategie femminili (preferire un uomo mascolino che dà figli forti ma non aiuta ad allevarli, preferire un uomo meno mascolino che dà figli meno forti ma aiuta ad allevarli) è ottimale. Si ritiene che le donne in grado di usare una doppia strategia siano state premiate in termini evoluzionistici. La doppia strategia consiste nello scegliere un uomo meno mascolino come partner stabile, e sentirsi attratte verso uomini più mascolini durante il periodo fertile. Ovviamente un uomo che è temporaneamente single sarà più disponibile come partner sessuale (maggiore interesse e opportunità, minori rischi) di un uomo che è impegnato. La predizione è quindi che, quando sono fertili, le donne con un partner dovrebbero preferire gli uomini (mascolini) single agli uomini (mascolini) impegnati.

Perché le donne con partner dovrebbero preferire gli scapoli soltanto quando si trovano nel periodo fertile del loro ciclo?

Perché, evolutivamente parlando, i costi dell’adulterio non sono compensati da nessun vantaggio se il concepimento non avviene. Studi diversi hanno mostrato che durante il periodo fertile del ciclo aumentano sia l’attrazione verso altri uomini (ma non verso il proprio partner), sia la frequenza di rapporti sessuali con altri uomini (ma non con il proprio partner).

Perché mai la preferenza per i single nel periodo fertile dovrebbe riguardare solo le donne con un partner?

Perché concepire un figlio non è una buona idea per una donna single, che poi dovrà allevarlo da sola. Sono parecchie le ricerche che mostrano che, soprattutto in ambienti relativamente ostili, la presenza di un padre disposto ad investire cure e risorse nei figli è cruciale dal punto di vista della loro sopravvivenza (e del benessere della madre), e questo doveva essere vero anche nel corso della nostra storia evolutiva.

Nel periodo non fertile del loro ciclo, quali uomini preferirebbero invece le donne con un partner?

La teoria predice che dovrebbero preferire uomini (temporaneamente) impegnati. Prima di impegnarsi definitivamente, le persone che hanno un partner hanno ovviamente interesse a cambiarlo se ne trovano uno migliore. E’ importante però che il nuovo partner abbia la capacità di avviare e mantenere una relazione seria, in modo da poter formare una famiglia, e di questo non possiamo essere sicuri in anticipo. Per una donna, il fatto che un uomo sia temporaneamente impegnato rappresenta un indicatore affidabile del fatto che è in grado di mantenere una relazione, mentre da questo punto di vista un single è un’incognita (ci potrebbero essere buone ragioni per cui è ancora single). Quando non sono fertili, quindi, le donne con un partner dovrebbero preferire gli uomini temporaneamente impegnati agli uomini single.

E’, il vostro, il primo studio scientifico in materia?

Gli effetti del ciclo ovulatorio sulle preferenze per certi volti maschili (mascolini o femminei) erano noti, ma nessuno finora si era chiesto quali fossero gli effetti del ciclo sulle preferenze per lo “stato civile” di un uomo (scapolo o ammogliato).

E’ così sorprendente scoprire che anche le donne con un partner possono essere infedeli?

Il punto nuovo e sorprendente del nostro studio non è che le donne possono essere infedeli, ma che lo “stato civile” di un uomo ha effetti opposti su quanto attraente il suo volto appare a una donna impegnata, a seconda che questa donna abbia molte o poche probabilità di concepire.

Dai vostri risultati dovremmo dedurre che per le donne è sempre conveniente sposare un “bravo padre di famiglia” e poi “accoppiarsi segretamente” con un uomo più attraente?

Assolutamente no. I nostri risultati indicano soltanto che ogni donna ha la potenzialità di comportarsi in questo modo, esattamente come ogni uomo ha la potenzialità di accoppiarsi con tutte le donne disponibili che incontra, anche se è già sposato. Queste strategie implicano sia benefici che costi, per cui sono vantaggiose solo in certi ambienti e in certe circostanze. (Ad esempio, è stato dimostrato che l’importanza data all’aspetto fisico di un partner sessuale è maggiore in ambienti in cui infezioni e parassiti sono più frequenti). E’ stato dimostrato che, per la maggior parte delle donne, la strategia più vantaggiosa è quella di essere selettive durante il corteggiamento in modo da scegliere un partner stabile e leale che assicuri la migliore combinazione possibile di qualità fisiche e psicologiche, e poi mantenersi fedeli a quella persona.

Lei sostiene che le reazioni delle partecipanti all’esperimento erano inconsce e automatiche, ma non potrebbero invece essere state scelte consapevoli?

Le donne che hanno intenzione di tradire il proprio partner potrebbero dare volutamente la preferenza a un uomo single per ridurre le possibili complicazioni. Se noi avessimo chiesto alle donne di scegliere fra un uomo single e un uomo impegnato per “un’avventura”, le loro risposte avrebbero effettivamente espresso scelte consapevoli. Ma: (1) le donne avevano il compito di guardare foto di uomini, etichettati come single o impegnati, e valutare semplicemente quanto attraenti erano i loro volti; (2) la possibilità di avere una relazione con questi uomini non era mai menzionata; (3) tutte le donne hanno riferito di essere devote al proprio partner e contente della loro relazione. Queste indicazioni suggeriscono preferenze istintive, non scelte deliberate. A questo è cruciale aggiungere che (4) le donne non erano consapevoli del giorno del ciclo in cui si trovavano, e dovevano controllarlo sulla loro agenda o calcolarlo mentalmente quando, alla fine dell’esperimento, facevamo questa domanda. Tuttavia, la preferenza per gli uomini single emergeva solo durante i giorni fertili (le due settimane centrali del ciclo, con un picco dal dodicesimo al quindicesimo giorno), e si rovesciava durante i giorni non fertili (la prima e l’ultima settimana del ciclo).

Ci può fornire qualche dettaglio tecnico sulla ricerca che avete condotto?

A 220 giovani donne, 110 single e 110 con partner, sono state mostrate fotografie di volti maschili accompagnate da una di quattro possibili etichette: “questa persona è single”, “questa persona è innamorata”, “questa persona ha una ragazza”, e “questa persona è sposata”. Benché le foto fossero le medesime per tutte le partecipanti, sono state preparate quattro versioni diverse dell’album fotografico in cui alla stessa foto era associata una diversa delle quattro descrizioni. Ciascuno degli album è stato presentato a 55 donne. Le partecipanti dovevano immaginare di essere a una festa (con il loro partner se ne avevano uno) e vedere l’uomo ritratto in ciascuna fotografia. Il loro compito era di giudicare quanto lo trovavano attraente su una scala da 0 a 10. I risultati hanno rivelato che le donne con un partner sono più attratte da uomini impegnati — soprattutto se temporaneamente impegnati — piuttosto che single quando il rischio di concepimento è basso (prima e quarta settimana del ciclo ovulatorio); ma questa preferenza si capovolge quando il rischio di concepimento è alto (seconda e terza settimana, con un picco per i giorni di massima fertilità). In questo caso le donne preferiscono nettamente i single. Sulla base delle valutazioni espresse da un diverso campione di donne sulle stesse fotografie, gli uomini sono stati distinti in un gruppo più mascolino della media e in un gruppo meno mascolino della media. La preferenza per i single durante il periodo fertile si manifesta solo per uomini che appaiono più mascolini della media.

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