Il mondo salvato dai ragazzini

MILANO – Era da molto che non mi ritrovavo, per caso, nel bel mezzo di una manifestazione studentesca così bella. Le bandiere, i profumi*, il vociare allegro di chi sta per iniziare e si sente in pieno diritto di dire quello che pensa, libero come l’energia della giovinezza che non si lascia inscatolare in mura fatiscenti. Le foto a stampa A4 dei buchi nelle pareti degli istituti alzavano questa mattina i ragazzi a Milano.

Tutti insieme in marcia verso la sede della Provincia, dove c’era il Provveditorato (ora Ufficio Scolastico), chiedendo risorse per la scuola, la loro scuola, la scuola pubblica, la scuola di tutti. E i celerini schierati a dovere che bloccavano la via, come d’uso. Alle prime avvisaglie di manganellate le ragazze scappavano indietro, incredule, tirandosi appresso il flusso dei minori imberbi. “Non abbandonate la posizione, non indietreggiate” (invece di “avanti avanti stanno cedendo”) la voce megafonata di un ragazzotto che avrà avuto non più di 17 anni dal camioncino che mandava gli Stormy Six (ma dai! E ci ballavano pure sopra!!)

E io lì in mezzo, fermo immobile nel mentre il fiume umano rinsaccava alla rinfusa, quasi rispettando o immaginando che non si sarebbe spostato d’un centimetro il maschio ultraquarantenne col cappuccio nero alla blackblock e le reebok che avrebbero fatto tanto questurino in altre sedi ma non agli occhi puri di questi giovani delle superiori che andavano e venivano soltanto con le loro bandiere e i loro sogni nella testa.

Venivano da ogni parte della Lombardia. E a ogni gruppo che si infilava nel branco un boato d’accoglienza: “Da Varese!” e via così. Eccoli festosi ad annunciare la “rabbia” di chi è consapevole di essere – ormai – l’unico soggetto rimasto a poter dire qualcosa di sano, l’unico referente deputato ad assumersi quelle responsabilità politiche che “gli altri” hanno disonorato. Magica l’atmosfera, si respirava davvero il futuro, quel futuro da costruirsi con le mani nude, le proprie mani.

E rispetto alle strumentalizzazioni di un tempo, l’organizzazione che vien su spontanea qui ci ho respirato a pieni polmoni. Cioè i facinorosi professionisti assoldati non avrebbero mai proposto di dirigersi alla Regione una volta trovata sbarrata la strada della Provincia (uguale: disperdere la manifestazione). E intanto elicotteri sopra la città, che non ronzavano più nelle orecchie dei milanesi e dei turisti con gli occhi al cielo nella confusione più totale da tempo, da molto tempo…

Oggi ho ritrovato la speranza. Sì, sono loro che salveranno il mondo, i ragazzini che ho visto stamattina in centro. Noi che il mondo l’abbiamo portato a questo punto è meglio che moviamo in ritirata, ragionevolmente. Ascoltiamo questi giovani, prima che i dibattiti si facciano sclerotizzati, prima che vengano incanalati in qualche talk show televisivo o normalizzati in qualche giochino prodotto nelle fabbriche degli adulti. Ascoltiamoli e basta. Ora. Hanno davvero tanto da insegnare.

Marco Mozzoni

Testo letto dall’Autore

  1. MM & Mascagni Variation (mp3)
  2. MM & Billie Holiday Variation (mp3)

Note

* = *_*

Image credits: Shutterstock

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Marco Mozzoni
Direttore Responsabile

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