Potenziamento umano, a che punto siamo?

Sarebbe fantastico se potessimo aumentare le nostre capacità a piacimento. O forse no. Ad ogni modo, le neurotecnologie sembrano ormai prossime a rendere possibile il sogno del “miglioramento” umano. Ma che cosa ci rende davvero migliori? Che cosa rende migliore il mondo in cui viviamo? In una parola: “qual è il significato di miglioramento?” Sono questi gli interrogativi che meglio esprimono il “problema centrale” dell’enhancement, secondo Laura Palazzani, ordinario di Filosofia del diritto alla Lumsa di Roma e autore del pregevole libro “Il potenziamento umano. Tecnoscienza, etica e diritto” (Giappichelli Editore, 2015).

Già, perché “il punto di partenza della riflessione non può dare per scontato ciò che è meglio” e “il meglio non può che essere definito a partire da ciò che è bene all’interno di una giustificata visione morale”, spiega la professoressa romana. Nel contesto dell’attuale pluralismo morale è dunqe “indispensabile confrontarsi con diverse prospettive”, cercando di evitare “accettazioni o rifiuti” pregiudiziali, maturando invece gli strumenti critici per addentrarsi in una discussione ancora in corso, in cui “non c’è una risposta definitiva”, né sull’enhancement né sui singoli problemi, ma già iniziano a profilarsi i “pericoli” di una applicazione alla cieca dei nuovi ritrovati.

Su questo argomento l’Autore non ha mezzi termini: il principale “pericolo è che l’esaltazione del potenziamento come diritto di liberà assoluta nasconda una strumentalizzazione altrettanto assoluta al potere della tecno-scienza, della bioeconomia, della biopolitica”. Le aspettative di “salute perfetta”, di “vita perfetta”, alimentate da questa “nuova ondata biotecnologica”, tendono infatti a mettere in ombra il paradosso di “una tecnologia che si propone come promotrice di beni umani (allungare quantitativamente la vita, migliorare qualitativamente bellezza, forza, intelligenza), ma che potrebbe danneggiare l’uomo e la società”.

In 160 pagine ricche di stimoli, l’Autore riesce a fare il punto sullo stato dell’arte del dibattito internazionale sul piano teorico, mettendo a confronto i pro (es. potenziamento come “dovere evolutivo”) e i contro (es. natura come limite al “potere tecnologico”) “allo scopo di delineare una riflessione critica ponderata che giustifichi i requisiti minimi per una regolamentazione che non ostacoli l’innovazione, ma al tempo stesso sappia tutelare i valori e i diritti fondamentali dell’uomo”.

La seconda parte del volume, infine, fornisce un’analisi puntuale dei principali ambiti applicativi oggi in discussione, dalle tecnologie già esistenti (chirurgia estetica, doping, ecc.) alle tecnologie emergenti (potenziamento genetico, biologico e neurocognitivo), fino alle tecnologie cosiddette “convergenti” (nanotecnologie, biotecnologie, informatica, scienze congnitive) e agli scenari radicali prefigurati dal transumanesimo e dal postumanesimo.

Laura Palazzani è vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica e componente dell’European Group on Ethics in Science and New Technology della Commissione Europea.

Il volume:

Laura Palazzani, “Il potenziamento umano. Teconoscienza, etica e diritto”, G. Giappichelli Editore, Torino 2015

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