Cervello e intelligenza, mappato il fattore g

Cervello e intelligenza, mappato il fattore g.L’intelligenza generale sarebbe mediata dalle connessioni neurali fra le regioni del cervello che integrano i processi verbali, visuospaziali, esecutivi e la memoria di lavoro. Lo sostiene uno studio coordinato dal Calthech di Pasadena, pubblicato oggi in open access su Pnas (Glascher J et al., Distributed neural system for general intelligence revealed by lesion mapping, Pnas 2010).

Sembra esservi ormai accordo nella comunità scientifica sul fatto che la cosiddetta “intelligenza generale”, altrimenti definita “fattore g” (g-factor), rappresenterebbe la varianza prestazionale condivisa da diversi compiti cognitivi e correlerebbe con le abilità che caratterizzano una persona nelle situazioni reali della vita quotidiana.

“Il fattore ‘g’ – spiegano gli Autori dello studio – è un costrutto psicologico che rispecchia la correlazione positiva che generalmente si riscontra fra le prestazioni di un soggetto a diversi compiti cognitivi”.

Ciò su cui ancora oggi si dibatte è se il fattore “g” rifletta la performance combinata dei diversi sistemi del cervello reclutati nell’esecuzione di questi compiti o se faccia perno su sistemi specializzati nella mediazione delle loro interazioni.

Nel nuovo studio i ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena, dell’Università dello Iowa, della University of Southern California di Los Angeles, del Centro Medico Universitario di Hamburg-Eppendorf (Germania) e della Universidad Autonoma de Madrid hanno indagato i substrati neurali di 241 pazienti con lesioni cerebrali focalizzate, attraverso una mappatura a voxel lesione – sintomo.

Il fattore “g” è stato ottenuto mediante analisi fattoriale gerarchica dei punteggi ottenuti ai vari test cognitivi utilizzati (batteria WAIS).

Risultato: associazioni statisticamente significative sono state trovate fra “g” e settori circoscritti e netowrk distribuiti nelle cortecce frontali e parietali, oltre che nella corteccia frontopolare e nei tratti associativi di sostanza bianca.

“Abbiamo trovato – precisano i ricercato nello studio – un effetto significativo su ‘g’ con lesioni nei settori di sostanza bianca dell’emisfero sinistro, incluso il fascicolo arcuato e il fascicolo longitudinale superiore che connette il lobo frontale al lobo parietale. Inoltre abbiamo troavto un settore nel polo frontale anteriore (BA 10) dell’emisfero sinistro che è esclusivamente riferito a ‘g’ e non è legato a nessun test cognitivo in particolare”.

“Sebbene il nostro studio supporti genericamente il modello P-FIT (Parieto-Frontal Integration Theory, ossia la Teoria dell’integrazione partieto-frontale – NdR), indica anche che un settore della corteccia prefrontale può giocare un ruolo esclusivo sull’intelligenza generale”, concludono i ricercatori.

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