Separazione genitori aumenta rischio attacchi di panico da adulti

AIUno studio su gemelli effettuato dall’Università Vita Salute San Raffaele di Milano ha dimostrato che il distacco anche di uno solo dei due genitori aumenta, in bambini geneticamente vulnerabili, il rischio di sviluppare attacchi di panico (DAP) da adulti.

Lo studio, realizzato in collaborazione con con il Norwegian Institute of Public Health, il Queensland Institute of Medical Research di Brisbane e il Virginia Institute of Psychiatry and Behavioural Genetics di Richmond, è pubblicato su The Archives of General Psychiatry (Marco Battaglia, Paola Pesenti-Gritti, Sarah E. Medland, Anna Ogliari, Kristian Tambs, Chiara Spatola, A genetically informed study on the association between childhood separation anxiety, sensitivity to CO2, panic disorder and the effect of childhood parental loss, Arch. Gen. Psychiatry., Gen. 2009).

“Le implicazioni di questa ricerca sono molteplici sia dal punto di vista della diagnosi precoce sia della prevenzione. Una di queste è che i bambini che manifestano una particolare riluttanza a separarsi dai genitori meritano particolare attenzione: incoraggiarli a fare delle piccole e progressive esperienze di allontanamento può giocare un ruolo preventivo e terapeutico. Sebbene lo studio dimostri l’importanza dei geni per spiegare le relazioni tra ansia da separazione in età di sviluppo e panico in età adulta, modificare l’ambiente e il patrimonio esperienziale dei bambini – anche attraverso programmi psicoterapeutici dedicati – potrebbe non solo curare questi bambini ma anche provocare importanti variazioni nella stessa espressione genetica, cioè nelle modalità con le quali l’informazione nel DNA viene ‘letta e tradotta’ in proteine, ed in ultima analisi, nei comportamenti. Il metodo gemellare permette di integrare strategie di ricerca proprie della tradizione medica e di quella sociale alle cause delle difficoltà emotive e mentali in diverse fasi della vita. I risultati della ricerca suggeriscono che vi siano due strade separate ed alternative che portano il rischio di sviluppare il disturbo di panico nella prima età adulta: nel primo caso prevalgono gli stessi eventi o fattori ambientali a farne soggetti a rischio in età adulta; nel secondo invece è la predisposizione genetica ad influire maggiormente su una futura malattia”, ha spiegato Marco Battaglia, docente di psicopatologia dello sviluppo al San Raffaele, in una nota stampa.

I ricercatori hanno studiato il fenomeno in più di 700 gemelli del Registro Nazionale Norvegese “perché -prosegue la nota – questa strategia permette di separare in modo chiaro il contributo genetico ed ambientale al rischio di ammalarsi nelle comuni condizioni di patologia: non solo le difficoltà psichiche, dunque, ma anche molte delle comuni malattie fisiche, come quelle cardiovascolari o metaboliche”.

Attraverso interviste approfondite su eventi di separazione precoci, sulla presenza di sintomi ansiosi nell’arco della vita, gli studiosi hanno cercato di ricostruire la storia di ciascun gemello per conoscere se vi erano nella loro vita eventi o traumi da separazione come ad esempio divorzio dei genitori o morte di uno dei genitori.
In un secondo tempo ciascun gemello è stato sottoposto ad un test di respirazione utile per capire se una persona è a rischio di attacchi di panico. Viene fatta respirare una miscela d’aria arricchita di anidride carbonica al soggetto: se la persona iperventila, cioè respira così velocemente da farlo in maniera inefficace e reagisce con un picco di ansietà, significa che è a rischio di attacchi di panico.  In questo modo i ricercatori hanno potuto osservare che le persone con attacchi di panico erano significativamente più numerose tra i gemelli che da piccoli avevano subito dei traumi da separazione. Non solo: i ricercatori hanno anche dimostrato che un lutto o il divorzio dei genitori – ma anche semplicemente l’emigrazione all’estero del padre alla ricerca di un nuovo lavoro – possono modificare la respirazione probabilmente cambiando la fisiologia dall’età infantile in modo relativamente stabile.

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