Relazione d’aiuto, solidarietà e piani di azione

Relazione d’aiuto, solidarietà e piani di azione.Cos’è la relazione di aiuto e come si pone in un piano di solidarietà? La relazione di aiuto ha come attori una persona che sente disagi, conflitti o soffre di disabilità da una parte e, da un’altra una persona con competenze, abilità e disponibilità di tempo e azione. Se tra questa domanda e offerta nasce un contatto e un incontro si sviluppano i presupposti perché questa azione diventi una relazione di aiuto.

Possono esserci differenti piani: il primo è quello di una relazione d’aiuto di tipo parentale in cui sono i diretti familiari ad esserne coinvolti. Questa, naturalmente, è la via più diretta, ma non sempre la più efficace.

Infatti può far nascere problematiche relazionali interne alla famiglia, per esempio fra fratelli, o aumentare conflitti spesso latenti. A volte viene evitata per non creare ulteriori ansie in chi ci sta vicino oppure la si esclude perché si ritiene che i familiari “non siano all’altezza” della risoluzione del problema.

Un altro piano è quello della relazione amicale. Gli amici si sa sono ricercati per il divertimento, ma anche per trovare consolazione. In questo tipo di relazione vengono a galla più gli aspetti emotivi che razionali e solo se l’amicizia è sincera, si arriva a dei risultati concreti.

Vi è poi il piano della relazione lavorativa. Gli attori in questo caso sono i colleghi e come nel caso precedente solo se esiste un forte senso di disponibilità i risultati possono essere positivi altrimenti l’intervento può anche pregiudicare il clima nell’ambiente di lavoro e la produttività.

Il piano professionale prevede l’intervento di consulenti non direttamente legati al “mestiere psicologico e psicoterapico”. In questo piano vi può essere l’amico avvocato o l’insegnante o il sacerdote. Di solito sfocia in informazioni e soluzioni più tecniche o al rinvio ad un professionista adeguato.

Il piano successivo è quello dei professionisti con competenze e indirizzi specifici: “medico e psico-terapici” o dei “counselor”. Generalmente questo è sempre l’ultimo piano a cui si giunge e di solito, dopo essere passati se non da tutti almeno da alcuni degli altri piani. In ogni caso, lo stato di disagio se non addirittura la patologia, qui è evidente ed è in questo piano dove si hanno il maggior numero di successi perché le persone coinvolte sono “specializzate” nell’affrontare questi problemi.

Se analizziamo bene i passaggi possiamo dire che in tutti i piani l’aspetto della solidarietà è presente sotto la forma della disponibilità e dell’ascolto anche se questo avviene in modalità e con competenze differenti. Faccio un esempio: l’ascolto dei propri genitori è sicuramente differente da quello di uno psichiatra.

A volte ascoltare chi è in uno stato di difficoltà sembra “un dovere” come esistono persone che per la stessa ragione credono di dover trovare soluzioni a tutti i costi. A volte questo sistema può funzionare soprattutto se si ha tempo, disponibilità, ma soprattutto un giusto piano di preparazione. Non sempre chi ascolta è preparato a farlo e il muoversi in un ambito in cui sono necessari consigli e direzioni può diventare pericoloso.

I “professionisti della relazione d’aiuto” hanno infatti una capacità maggiore di analizzare le situazioni senza esserne direttamente coinvolti come può essere per l’amico o il conoscente e questo permette una maggiore lucidità di vedute e di orientamenti.

Nel piano della solidarietà è sempre bello trovare una persona disposta ad ascoltarti, ma credo sia altrettanto importante che questa abbia le capacità e soprattutto le professionalità per farlo. Non dimentichiamo che quello che è in gioco è il benessere o ancora di più la salute: per questo scegliere bene è vitale oltre che risolutivo.

Paolo G. Bianchi
Antropologo, Counselor

Articoli di BrainFactor che hanno trattato in questi anni il tema della solidarietà…

Il presente articolo è inserito nel contesto della maratona divulgativa di BrainFactor e Società Italiana di Neurologia (SIN) “L’Agenda del cervello: un argomento al giorno” in occasione della Settimana del Cervello promossa in tutto il mondo da Dana Foundation dal 14 al 20 Marzo 2011.

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