E’ un nuovo “modello speculativo della neurobiologia della saggezza” quello che propongono Thomas W. Meeks e Dilip V. Jeste al termine di una ampia rassegna di studi che identifica nei circuiti frontostriatali, frontolimbici e nelle vie monoaminergiche le basi strutturali e fisiologiche di questo controverso costrutto. La review è pubblicata sugli Archives of General Psychiatry (TW Meeks, DV Jeste, Neurobiology of Wisdom: A Literature Overview, Arch Gen Psychiatry, 2009).
Secondo gli Autori, la saggezza implicherebbe un bilanciamento ottimale fra le funzioni “residenti” in regioni del cervello filogeneticamente primitive (sistema limbico) e fuzioni di strutture filogeneticamente più recenti (corteccia prefrontale).
La neuroimmagine funzionale – spiegano gli Autori – consente l’esplorazione dei correlati neurali di attributi psicologici complessi, quale quello in esame, la saggezza dell’uomo. La corteccia prefrontale giocherebbe un ruolo preminente in diverse sottocomponenti della saggezza, quali ad es. la regolazione emozionale, la presa di decisioni, il relativismo valoriale, principalmente attraverso regolazioni top-down delle regioni striatali e limbiche. La corteccia prefrontale laterale faciliterebbe il processo decisionale razionale, mentre la corteccia prefrontale mediale avrebbe a che fare con la valenza emozionale e le attitudini che caratterizzano i comportamenti prosociali. Il circuito cd. “della ricompensa” (striato ventrale, nucleo accumbens) risulterebbe anch’esso importante nella promozione dei comportamenti prosociali. L’attività monoaminergica (specialmente dopaminergica e serotoninergica), infine, influenzata da diversi polimorfismi genici, influenzerebbe sottocomponenti della saggezza quali la regolazione emozionale (compreso il controllo degli impulsi), il processo decisionale, i comportamenti prosociali.
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