Nel counseling il colloquio di aiuto trova la sua realizzazione negli ultimi 70 anni di ricerca da Carl Rogers in poi. L’idea è quella di aiutare la persona in difficoltà non tanto suggerendogli dei percorsi, ma sostenendola nel riscoprire il suo stato, la sua situazione attuale da una parte e nella presa di decisioni per la gestione del suo problema dall’altra.
Tutte le scelte e le relative responsabilità sono della persona in quanto sarà solo lei l’artefice della realizzazione dei suoi obiettivi. Si parte da un semplice punto di vista: la persona possiede già tutte le prerogative per riuscire a risolvere i suoi problemi siano esse affettive, cognitive, relazionali ecc. e tutte le abilità necessarie perché possa riuscirvi. L’intermediario, per esempio il counselor, cerca solo di portare la persona a riattivare e rimettere ordine in queste risorse più o meno manifeste.
Per questo il counselor nel colloquio di aiuto evita tecniche e strategie che di solito si trovano in altre situazioni legate alla relazione di aiuto come per esempio dare consigli, prendere posizioni, esprimere giudizi morali, etici o religiosi. Il counselor, insomma, diventa per la persona una sorta di specchio nel quale si riflettono gli stati d’animo, le sensazioni, le emozioni, e dal quale non può aspettarsi un indirizzo preciso di risoluzione, ma la riformulazione e la rielaborazione continua di ogni pensiero che viene espresso.
Questo serve per aiutare la persona a mettere a fuoco tutti gli elaborati e a meglio individuare i percorsi da seguire, le relative modalità, gli obiettivi da raggiungere programmandone anche le tempistiche.
Questo modo di lavorare porta sicuramente, attraverso un sistema solidale con la persona, alla realizzazione di diversi stadi:
- capire meglio quali sono i problemi reali, isolarli dal contesto e dalle interpretazioni sia personali che altrui spesso inquinanti e inibenti;
- il senso di solidarietà che si sviluppa accresce prima di tutto l’autostima nella persona e permette di avere un quadro più chiaro delle aspettative e degli obiettivi;
- la persona si sente al centro dell’azione in quanto mai giudicata, né rassicurata, ma seguita con pazienza e attenzione.
In questo contesto il senso della solidarietà avrà un valore enorme, soprattutto per il senso di profondità umana che lo accompagna e per la logica di accettazione del sè che ne deriva. Le emozioni in questo gioco a due hanno un ruolo fondamentale: basti pensare che le scelte che la persona compie nella sua vita sono guidate in maggioranza dalle emozioni.
Ciò non significa che durante le sessioni si debbano necessariamente costruire stati emozionali ad hoc. Se la persona si sentirà capita e soprattutto ascoltata i sentimenti e le sue emozioni fluiranno naturalmente anche con chi è più restio a parlare di se stesso o dei problemi che lo assillano.
L’orientamento alla soluzione seguirà di conseguenza non appena si passerà dal vissuto personale al piano operativo motivando la persona a comportamenti costruttivi, ma soprattutto “voluti”: questo perché da un’esperienza del genere si può solo imparare ad essere più padroni della propria vita, e più motivati a volerla vivere con completezza.
Paolo G. Bianchi
Antropologo, Counselor
Bibliografia:
- Danon M., “Counseling”, Red, 2009
- Di Fabio A., Sirigatti S., “Counseling”, Ponte alle Grazie, 2005.
- Rollo M. , “L’arte del counseling”, Astrolabio Ubaldini Editore, 1991
- F. Nanetti, “Counseling ad orientamento transpersonale”, My Life Edizioni, 2010
- M. Papaia,“La Riprogrammazione Esistenziale Psicoterapia, counseling, medicina naturale”, Armando Editore 2010
- V. Masini, “Dalle Eomozioni ai Sentimenti”, Prepos 2009
- F. Panetti, “Dialoghi tra psiche e soma”, Magi 2007
Articoli di BrainFactor che hanno trattato in questi anni il tema della solidarietà…
Il presente articolo è inserito nel contesto della maratona divulgativa di BrainFactor e Società Italiana di Neurologia (SIN) “L’Agenda del cervello: un argomento al giorno” in occasione della Settimana del Cervello promossa in tutto il mondo da Dana Foundation dal 14 al 20 Marzo 2011.
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