E’ un “nuovo modello scientifico dimostratosi efficace nel trattamento di disfunzioni cognitive, sensoriali e motorie dovute a malattie del sistema nervoso centrale”. Stiamo parlando della Terapia Musicale Neurologica (TMN), a cui Cerebrum, rivista di aggiornamento neuroscientifico della Dana Foundation, dedica oggi la sua prima pagina.
La ricerca biomedica ha portato nel tempo numerose “evidenze” sull’efficacia di interventi specifici basati sulla musica (vedere in proposito l’intervista di BrainFactor a Livio Bressan del 3 Febbraio scorso su “Cervello e musicoterapia”).
Del resto “l’idea che l’educazione artistica migliori le abilità cognitive in realtà non è così ardita, nel contesto di ciò che chiamiamo plasticità attività dipendente, un punto fermo basilare della funzione cerebrale”, come scriveva lo scorso anno su BrainFactor Michael Posner (Posner M, “Come l’educazione artistica migliora attenzione e funzioni cognitive”, BrainFactor 17/09/2009).
L’utilizzo della musica in ambito clinico è cresciuta rapidamente anche grazie al neuroimaging, che ha messo in luce questa spiccata “plasticità” del cervello, consentendo inoltre di individuare i network neuronali che la musica riesce ad attivare.
Neurologi, neuroscienziati, ricercatori e clinici che si occupano di musicoterapia, sono riusciti infine a organizzare queste evidenze in un vero e proprio sistema di tecniche terapeutiche, a cui han dato il nome di “Neurologic Music Therapy” (NMT).
Michael Thaut, musicista e professore di neuroscienze alla Colorado State University, e Gerald McIntosh, direttore medico del Center for Biomedical Research in Music della stessa università, hanno condotto ricerche con le quali hanno dimostrato miglioramenti nei disturbi di movimento riscontrati in pazienti reduci da ictus o sofferenti di Parkinson: “ciò è possibile proprio perché la musica e il controllo motorio condividono alcuni circuiti cerebrali”.
Ecco come i due ricercatori americani riassumono su Cerebrum i principi della NMT:
- è una applicazione terapeutica della musica alle disfunzioni cognitive, sensoriali e motorie causate da malattie del sistema nervoso umano;
- è basata su modelli neuroscientifici di percezione musicale e influenza della musica su cambiamenti comportamentali e funzionali del cervello di ordine non musicale;
- le tecniche di trattamento sono basate sui risultati della ricerca scientifica e clinica e sono diretti a obiettivi terapeutici non musicali;
- le tecniche di trattaemento sono standardizzate per terminologia e applicabilità e rientrano nell’ambito degli interventi musicali terapeutici (TMI), adattabili alle specifiche necessità del paziente;
- la formazione degli specialisti di questa “pratica” innovativa deve riguardare l’ambito musicale, la neuroanatomia, la fisiologia umana, le patologie del cervello, la terminologia medica, la riabilitazione delle funzioni cognitive, motorie e del linguaggio.
Reference:
Un team di scienziati ha creato una macchina che scrive la musica riconoscendo gli impulsi del cervello di un paziente che non si può muovere e che non può suonare alcuno strumento musicale…
E’ splendido leggere questi articoli, ma sarebbe ancor più produttivo, al di là della notizia, poter acquisiire riferimenti “concreti”. In sostanza: sono stati elaborati protocolli terapeutici e,se si, in Italia qualcuno li applica?
Affascinata dalle neuroscienze, ancorchè profana in materia, chissà se qualcuno risponderà…