Progetto Indect, nuovo “grande fratello” europeo?

Progetto Indect, nuovo “grande fratello” europeo?Non è un racconto di Orwell, anche se lo può sembrare. Si chiama Progetto Indect ed è finanziato con 10,91 milioni di euro su 5 anni dal fondo FP7 dell’Unione Europea. Obiettivo? Sviluppare un “sistema intelligente di informazione che supporti l’osservazione, la ricerca e il rilevamento di minacce e comportamenti abnormi, per la sicurezza dei cittadini nell’ambiente urbano”…

La preoccupazione di Ian Johnston del Telegraph – come di tante altre firme del giornalismo mondiale – è che il nuovo “agente informatico” possa un giorno per davvero arrivare a “sorvegliare siti web, forum di discussione, server, reti peer-to-peer, finanche computer personali”, mettendo così a repentaglio la libertà dei cittadini che paradossalmente intende proteggere.

Il principale obiettivo – si legge sul sito di Indect Project – è lo studio e l’attivazione di una piattaforma capace di “registrare e scambiare dati operativi, acquisire contenuti multimediali, elaborare intelligentemente tutte le informazioni e rilevare automaticamente le minacce e il riconoscimento di comportamento anormale o violenza”; inoltre il gruppo di ricerca intende “sviluppare il prototipo di un sistema a rete integrato finalizzato a supportare le attività della polizia, fornendo tecniche e strumenti di osservazione di diversi obiettivi mobili; sviluppare un nuovo tipo di motore di ricerca in grado di combinare la ricerca diretta di immagini e video e l’immagazzinamento di metadati in forma di filigrane digitali”.

Fra i risultati attesi del progetto Indect, coordinato dalla polacca AGH Univeristy of Science and Technology: “l’installazione di sistemi di monitoraggio e sorveglianza in diversi punti di aggregazione cittadina”, la “realizzazione di un motore di ricerca basato su tecnologie a filigrana e semantiche per identificare velocemente documenti e persone”, la “costruzione di agenti assegnati al monitoraggio automatico e continuativo di risorse pubbliche quali siti web, forum di discussione, gruppi UseNet, file server, reti p2p così come di computer personali”.

Almeno – per ora – non è prevista la psicopolizia…

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