Un nuovo studio che sarà pubblicato a inizio 2009 sul Journal of Cognitive Neuroscience ha comparato le funzioni cognitive di bambini appartenenti a ceti sociali bassi con quelle di bambini appartenenti a ceti più elevati, scoprendo che le differenze emerse “sono paragonabili a danni cerebrali provocati da un ictus. E’ un quadro analogo a ciò che si riscontra nei pazienti colpiti da ictus con lesioni alla corteccia prefrontale, che controlla i processi mentali di alto livello e le abilità di problem solving: nei bambini poveri le funzioni prefrontali risultano ridotte, in qualche caso anche interrotte”, ha dichiarato a USA Today Mark Kishiyama, docente alla Berkeley University of California e coordinatore dello studio.
Lo studio dimostra come la povertà si ripercuote sul cervello dei bambini. I ricercatori si sono a lungo dedicati allo studio dei danni derivanti dalla malnutrizione, dallo stress, dall’ignoranza e dall’inquinamento nella vita dei bambini indigenti. Il sistema neurale dei bambini poveri si svilupperebbe in modo diverso rispetto a quello dei bambini della classe media e ricca, interessando il linguaggio, le funzioni esecutive, la capacità di pianificare, di ricordare dettagli e di prestare attenzione a scuola.
Tali deficit sono reversibili a patto di intervenire in modo intenso, ad esempio con lezioni ad hoc e giochi che stimolino i bambini a pensare ad alta voce o a utilizzare le funzioni esecutive.
“E’ davvero importante che i neuroscienziati inizino a pensare agli effetti dell’esperienza sulle funzioni cerebrali delle persone, in particolare agli effetti dello status sicioeconomico” ha aggiunto a USA Today Martha Farah, direttore del Center for Cognitive Neuroscience presso la Pennsylvania University.
Tra gli aspetti più studiati vi sono le differenze nell’acquisizione del linguaggio tra i bambini di ceto basso e medio. Lo studio più famoso, del 1995, ha analizzato alcune conversazioni tra genitori e figli trovando che all’età di 3 anni i bambini di classe media possiedono un vocabolario quasi doppio rispetto a quello dei bambini poveri.
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato un elettroencefalografo (EEG) per misurare le funzioni cerebrali di 26 bambini mostrando loro immagini flashing su un computer. I bambini dovevano premere un bottone all’apparire di un triangolo inclinato. I ricercatori hanno trovato una enorme differenza nei bambini a basso reddito, relativa alla loro abilità di individuare i triangoli inclinati bloccando le distrazioni – una funzione chiave della corteccia prefrontale. “Semplicemente non funziona con l’efficienza che dovrebbe avere, o che potrebbe avere” sostiene Kishiyama.
Nonostante gli effetti della povertà siano reversibili, i bambini hanno bisogno di “interventi particolarmente intesivi per superare questo tipo di difficoltà”, afferma Susan Neuman, education professor presso la Michigan University.
Be the first to comment on "Povertà come ictus: dimostrati danni cerebrali alla corteccia prefrontale in bambini poveri rispetto a bambini ricchi"