Politiche sanitarie, a Milano nasce Healthcare Research & Pharmacoepidemiology

MILANO – Inaugurato ieri a Milano il Centro interuniversitario Healthcare Research & Pharmacoepidemiology. Valuterà gli effetti delle politiche sanitarie sulla popolazione per individuare il modello sanitario più efficace.

Il centro ha sede presso l’Università di Milano Bicocca. Vi aderiscono 16 Atenei, 7 Regioni, una Provincia autonoma e 4 società scientifiche. Ogni Regione che aderisce al Centro avrà a disposizione un software per interrogare i database dove vengono registrati tutti i dati delle prestazioni sanitarie erogate nel territorio: dagli esami del sangue ai ricoveri ospedalieri. In pratica, sarà possibile ricostruire le prestazioni sanitarie ricevute dai cittadini e conoscere gli esiti delle terapie.

Ed ecco subito alcuni dati su cui riflettere, presentati ieri a Milano. Secondo una ricerca del laboratorio Healthcare Research & Pharmacoepidemiology dell’Università di Milano Bicocca, dei 7.776 pazienti ricoverati in urgenza per attacco ischemico transitorio tra il 2007 e il 2008, l’8% nei cinque anni successivi non ha ricevuto cure mediche: per questi pazienti il rischio di morire per malattie cardiovascolari o di essere ricoverati per ictus è 2,5 volte superiore rispetto agli altri.

Ogni anno in Lombardia più di 300.000 persone tra i 40 e i 79 anni vanno in trattamento per la prevenzione primaria di problemi cardiovascolari, ma per il 37% di loro le cure vengono interrotte entro un anno, vanificando la terapia e incidendo sulle spese del sistema sanitario nazionale. Un’unica prescrizione isolata comporta infatti uno spreco di risorse che, per la Lombardia, si aggira intorno a 2,5 milioni di euro all’anno.

“Ridurre le cure – ha spiegato il professore Giovanni Corrao, ordinario di Statistica medica alla Bicocca e direttore del Centro – è un risparmio solo apparente per lo Stato e chi non viene sottoposto a cure preventive ha un elevatissimo rischio di essere ricoverato in ospedale: i ricoveri per le sole malattie cardiovascolari incidono per il 65% sulle spese del servizio sanitario nazionale”.

“Il Centro Healthcare Research & Pharmacoepidemiology – ha proseguito Corrao – si propone come organismo scientifico di riferimento per istituzioni, operatori e ricercatori che vogliono approfondire i temi dell’utilizzo, dell’appropriatezza, dell’efficacia, dell’efficienza e dell’equità degli interventi preventivi, curativi e riabilitativi”.

Questi gli Enti che aderiscono al Centro, insieme all’Università di Milano Bicocca: Università dell’Insubria, Università di Pavia, Università di Brescia, Università di Torino, Università degli Studi del Piemonte Orientale, Università di Verona, Università di Padova, Università di Udine, Università Politecnica delle Marche, Università di Perugia, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi “D’Annunzio” di Chieti-Pescara, Università di Palermo, Università di Cagliari e Università di Sassari, oltre a sette Regioni (Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo, Sicilia e Sardegna e la Provincia autonoma di Trento) e quattro società scientifiche: Società Italiana di Statistica Medica ed Epidemiologia Clinica (SISMEC), Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE), Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (SISP), Società Scienze Farmacologiche Applicate.

Image credits: Shutterstock

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