Uno studio coordinato dall’Università di Cambridge avrebbe dimostrato con condizionamento pavloviano che i pazienti in stato vegetativo e in stato di minima coscienza possono apprendere. I risultati sono pubblicati su Nature Neuroscience (Bekinschtein T et al., Classical conditioning in the vegetative and minimally conscious state, Nature Neuroscience, Sept. 2009).
Lo studio è stato realizzato su pazienti con disturbi di coscienza (DOC) quali lo stato vegetativo e lo stato di minima coscienza, utilizzando il metodo di condizionamento classico di Pavlov (riflessi condizionati) – nell’immagine. I ricercatori hanno attivato un suono immediatamente prima di soffiare aria nell’occhio dei pazienti: l’apprendimento era specifico e mostrava una risposta elettromiografica anticipatoria allo stimolo condizionato (suono senza soffio, dopo condizionamento). Nessuno di questi effetti è stato osservato nei soggetti di controllo (volontari anestetizzati con propofol).
“E’ la prima volta che viene condotto un test di apprendimento su questo tipo di pazienti. I risultati dello studio indicano che i pazienti in stato vegetativo e in stato di minima coscienza possono avere processi consci parzialmente preservati, non rilevabili con valutazioni comportamentali. Il fatto che questi pazienti possono apprendere associazioni, dimostra che possono formare memorie, dunque che possono beneficiare della riabilitazione”, ha dichiarato in una nota Tristan Bekinschtein della University of Cambridge’s Wolfson Brain Imaging Unit, autore principale dello studio.
Già nel 2006 il Cambridge Impaired Consciousness Group aveva mostrato con neuroimaging funzionale che pazienti in stato vegetativo (clinicamente diagnosticati attraverso assessment comportamentale) possono di fatto essere coscienti, nonostante non riescano a mostrare movimenti volontari coerenti.
Be the first to comment on "Pazienti in stato vegetativo, possono apprendere?"