Apprendiamo della prematura scomparsa dell’amico Marco Sarà. Vogliamo ricordarlo per com’era, nelle sue stesse parole.
La mente sembrerebbe essere la parte dell’uomo che sa della sua mortalità, della sua dipendenza da fatti ed eventi completamente al di fuori dal suo controllo.
E’ fatto divieto di arrivare ad una conclusione diagnostica e innamorarsene. A cadenze regolari facciamo finta che il paziente sia appena arrivato e ripetiamo tutto.
In qualunque modo funzioni la coscienza, resta che, ad un certo punto, debba necessariamente mettere d’accordo una manciata di neuroni verso uno scopo comune, e affiorante, con un movimento oppure un’idea.
Per cominciare, una diagnosi di MCS oramai non si nega nessuno: una vera e propria pacca sulla spalla diagnostica prognostica.
Parlare di parti della coscienza è epistemologicamente scivoloso. Se io mi riferisco ad un componente che appartiene a qualcosa che non ho esaustivamente definito cado nel paradosso delle parti di un tutto sconosciuto.
Con il gruppo di Owen & Laureys va avanti una simpatica diatriba da un po’ di tempo: loro, ogni tanto, scoprono in qualche soggetto, che dichiarano essere non responsivo all’esame clinico, di aver individuato dei corrispettivi dell’attivazione di aree cerebrali congrue con lo stimolo somministrato. Noi rispondiamo che manca tutto il resto… la clinica.
La coscienza? Un ambito molto chic delle neuroscienze.
Vedere senza toccare in medicina non porta molto lontano… Quello che mi ha sempre lasciato perplesso è che la coscienza “osservata” tramite l’attivazione volontaria di aree cerebrali comunque non portasse a conseguenze fruibili dal punto di vista terapeutico.
Prima di agire accade nel cervello una quantità di cose diverse e assolutamente poco chiare che prendono il nome di processo decisionale, coscienza, e così via. Una terra che chiamiamo della fisiologia del tutto e del contrario di tutto.
Il punto è che l’attività cerebrale che predispone all’azione (pensiero, decisione, libero arbitrio, coscienza ecc) è ancora un mare magnum teorico – speculativo che non porta alcun vantaggio ai pazienti in termini terapeutici.
Sono molti gli studi, a partire da Von Helmoltz, che riguardano una questione che rasenta la constatazione dell’ovvio…
In un certo senso, se proprio dobbiamo immaginare un rapporto fra mente e cervello io sospetto che la mente è ad esso subordinata tranne che per la propensione a rovinare tutto.
È probabile che tutto abbia avuto inizio proprio come in 2001 Odissea nello spazio…
*Brani tratti da articoli, interviste, contributi di Marco Sarà a Brainfactor
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