ISTAT: Italia, disoccupata e povera

ISTAT: Italia, disoccupata e povera.ROMA – “In Italia le aree della disoccupazione e dell’inattività hanno continuato a estendersi e il numero dei disoccupati è aumentato su base annua dell’8,1%, raggiungendo nella media del 2010 i 2,1 milioni, il livello più elevato dal 2002; in valore assoluto, la crescita più consistente di disoccupazione ha riguardato la fascia tra i 30 e i 49 anni, solo in seconda battuta quella dei più giovani”. Lo dice il Rapporto annuale ISTAT, presentato questa mattina a Montecitorio.

“L’aumento tendenziale della disoccupazione – prosegue il rapporto – ha coinvolto in modo più marcato gli individui con precedenti esperienze lavorative (ex occupati ed ex inattivi con precedenti esperienze di lavoro): +9,6% a fronte del +3,9% di quelli in cerca di prima occupazione”.

E “sono i maschi ad avere maggiormente contribuito all’allargamento dell’area della disoccupazione: l’incidenza della componente maschile sullo stock dei disoccupati è passata infatti dal 51,4 del 2009 al 53,0 per cento del 2010. Ne è conseguita un’ulteriore ricomposizione del divario di genere, all’interno di un comune peggioramento: il tasso di disoccupazione maschile si è attestato al 7,6 per cento, quello femminile al 9,7 per cento”.

Dato ancora più preoccupante è quello relativo alla crescita della disoccupazione di lunga durata: “Alla crescita della disoccupazione di breve durata del biennio 2008-2009 ha fatto seguito la traiettoria ascendente della componente di lungo periodo: nel 2010, alla stabilità della prima si è associata una forte crescita della seconda (+17,7%)”.

“Il permanere di condizioni poco favorevoli per le nuove opportunità di impiego – spiegano all’ISTAT – ha di fatto determinato il prolungamento della fase di ricerca del lavoro e indotto, nell’arco di dodici mesi, l’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lungo periodo dal 44,4 al 48,4 per cento. Anche i dati longitudinali confermano il progressivo ampliamento del bacino della lunga durata: nel periodo 2009-2010 in confronto a un anno prima, si è manifestato un incremento del 24 per cento delle permanenze nella disoccupazione di lunga durata”.

Fa riflettere poi che “gran parte del calo dell’occupazione italiana ha riguardato le professioni qualificate e tecniche” e che “nell’industria in senso stretto, la forte caduta dell’occupazione italiana si è confrontata con un aumento di quella straniera”…

Come sottolinea ANSA, la crisi ha portato indietro le lancette della crescita di dieci anni, tanto che un quarto degli Italiani “sperimenta la povertà” ed è a richio di esclusione sociale: “nel decennio 2001 – 2010 l’Italia ha realizzato la performance di crescita peggiore tra tutti i Paesi dell’Unione europea, con un tasso medio annuo di appena lo 0,2% contro l’1,3% registrato dall’Ue e l’1,1% dell’Uem”.

(segue)

Fonte:

ISTAT, Rapporto annuale. La situazione del Paese nel 2010, Roma 23/05/2011

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