Intelligenza artificiale, la singolarità è sempre più vicina

processore neuraleE’ stato costruito alla facoltà di ingegneria della Robert Gordon University (RGU) di Aberdeen il primo robot in grado di evolvere come evolvono gli animali. Lo annuncia l’università scozzese in un comunicato stampa. Siamo dunque prossimi a quello scarto tecnologico radicale che Ray Kurzweil teorizza come “singolarità”?

Il nuovo algoritomo evolutivo implementato nel robot di Aberdeen è stato recentemente illustrato dai ricercatori scozzesi su Engineering Applications of Artificial Intelligence (Macleod et al., Incremental growth in modular neural networks, EAAI 2008) e ha destato grande interesse non solo da parte della comunità scientifica.

A differenza dei tradizionali modelli evolutivi applicati alla robotica, quello messo a punto dagli ingegneri di Aberdeen è caratterizzato da un sistema che consente alla macchina intelligente di aumentare progressivamente la propria complessità, aggiungendo nuove abilità a quelle già acquisite: il “corpo” della macchina e il suo ambiente di lavoro vengono costruiti a partire da elementi semplici, in un processo di crescente complessità, mentre il “cervello”, basato su un circuito di controllo sviluppato con reti neurali artificiali (ANN), è una struttura a strati in cui nuove parti vengono man mano aggiunte a quelle precedentemente evolute.

“Utilizzando questo sistema, abbiamo prodotto un robot complesso, capace di operare nell’ambiente come un animale. In teoria non c’è limite al grado di complessità raggiungibile: in un prossimo futuro riusciremo a realizzare robot con abilità simili a quelle umane. E’ inoltre possibile che, studiando l’evoluzione di queste macchine intelligenti, riusciremo a comprendere meglio le fasi iniziali dello sviluppo della vita sul pianeta”, ha dichiarato Chris Macleod, coordinatore della ricerca alla Robert Gordon.

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Marco Mozzoni
Direttore Responsabile

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