Guida pericolosa, colpa dei geni?

Guida pericolosa, colpa dei geni?Uno studio dell’Università della California di Irvine metterebbe per la prima volta in luce le basi genetiche delle abilità di guida, sostenendo che un polimorfismo in grado di ridurre la biodisponibilità del fattore neurotrofico cervello derivato (BDNF) sarebbe responsabile delle cattive prestazioni al volante dei portatori di questa variante (McHughen SA et al., BDNF Val66Met Polymorphism Influences Motor System Function in the Human Brain, Cerebral Cortex, 2009).

Non solo alcol e droghe dunque fra i fattori di rischio per la sicurezza stradale. Il problema è più complesso, come già sottolineava ai primi di agosto uno studio dell’Università dell’Alabama che ha analizzato gli effetti dell’assunzione di farmaci comuni sulle prestazioni dei guidatori anziani, che può comportare riduzioni di efficienza a livello di percezione del pericolo, funzioni psicomotorie, attenzione, reattività agli stimoli ambientali ecc. (vedi articolo di BrainFactor del 13 Agosto 2009 L’effetto dei farmaci sulla guida).

Oggi il nuovo studio dei neuroscienziati di Irvine dimostrerebbe che la “guida pericolosa” può avere anche basi genetiche: soggetti portatori di una particolare variante, il polimorfismo Val66Met, ottenevano a un test di guida risultati peggiori del 20% rispetto ai controlli, confermando tali prestazioni negative anche in fase di follow-up.

Questa variante genica limiterebbe la biodisponibilità della proteina BDNF (brain-derived neurotrophic factor). E’ noto che la BDNF favorisce i processi di memoria mantenendo lo stato funzionale ottimale dei neuroni e supportando le comunicazioni fra queste cellule. Quando una persona svolge un compito particolare, la proteina BDNF viene secreta nell’area del cervello connessa con tale attività per agevolare la risposta comportamentale.

A Irvine 29 soggetti, 7 dei quali portatori della variante genica in esame, sono stati “messi al volante” in un simulatore di guida su una pista virtuale con curve e ostacoli di diversa difficoltà. I ricercatori hanno registrato la capacità di rimanere in pista di questi soggetti. Il test è stato poi ripetuto a distanza di pochi giorni (follow-up). I risultati dello studio hanno dimostrato che, rispetto ai controlli, i soggetti con la variante genica avevano prestazioni peggiori in entrambi i test e nella seconda sessione mostravano maggiori dimenticanze di quanto appreso in precedenza.

“Il fatto è che almeno il 30% della popolazione presenta tale variante genica: queste persone sono portate a commettere più errori degli altri e a dimenticare velocemente gran parte di ciò che apprendono. A questo punto sarebbe interessante analizzare il corredo genetico delle persone che sono state coinvolte in incidenti stradali: mi chiedo se il tasso di incidenti sia più alto fra i portatori della variante individuata, rispetto agli altri guidatori”, ha dichiarato in una nota UCI Steven Cramer, autore principale dello studio.

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