Giornata mondiale prevenzione ictus

Giornata mondiale contro l'ictus.In Italia ogni anno vengono colpite da ictus più di 200.000 persone. L’ictus è la prima causa di disabilità nell’adulto, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte. Sono i dati presentati oggi dall’Associazione italiana per la lotta all’ictus cerebrale in occasione del World Stroke Day, come riporta un comunicato stampa.

Il costo dell’assistenza di questi pazienti nel nostro Paese – sostiene l’associazione – è pari a 3,7 miliardi di euro, corrispondenti allo 0,25% del PIL; la diagnosi precoce potrebbe ridurre del 30% il carico sociale ed economico.

“L’assistenza ai malati colpiti da Ictus cerebrale, richiede alle famiglie un coinvolgimento continuo e costante nelle attività di sostegno al malato, sia sotto il profilo emotivo, sia sotto il profilo economico: per questo motivo, abbiamo deciso di intraprendere un percorso di ricerca che ha quale obiettivo proprio quello di fornire una fotografia dettagliata e puntuale dell’universo dei malati di Ictus e dei loro nuclei familiari. Un’ indagine che si concentri sulle conseguenze familiari della patologia e che miri alla quantificazione del relativo costo sociale”, ha dichiarato Concetta Vaccaro, responsabile welfare della Fondazione Censis di Roma.

“La diagnosi precoce e l’intervento terapeutico adeguato potrebbero significare una diminuzione di questo grave carico sociale ed economico, del 20-30%. Invece che alla implementazione delle reti per l’assistenza all’ictus, e ad adeguati programmi di informazione su come l’ictus si possa curare in emergenza, oggi stiamo assistendo a gravi negligenze e tagli, ovunque in Italia” sottolinea la neurologa Maria Luisa Sacchetti dell’associazione Alice Italia.

“Ancora oggi in Italia sono 200.000 le persone colpite da ictus ogni anno: di queste, 40.000 muoiono entro breve termine e altre 40.000 perdono completamente l’autosufficienza, cambiando radicalmente la loro vita e quella delle loro famiglie. Ora sappiamo, e le più recenti terapie lo confermano, che l’ictus è una patologia curabile e soprattutto prevenibile ed il nostro più grande desiderio è che questo vitale messaggio e soprattutto questa consapevolezza raggiunga sempre più persone nel mondo”, ha proseguito Maria Luisa Sacchetti.

Domenico Inzitari, professore in neurologia al dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatrice dell’Università di Firenze, evidenzia che “le parole chiave dell’azione cui ciascuno (persone comuni, professionisti, dirigenti, amministratori, politici)  è chiamato a contribuire sono: accrescere la consapevolezza, rispettare i diritti del malato, ed annullare le disparità. Data la enorme frequenza della malattia, il grave handicap personale ed i costi così elevati per la società, il problema ictus meriterebbe di essere affrontato con un disegno di legge ad hoc”.

“Non dobbiamo dimenticare che l’ictus può colpire anche persone giovani e che vi sono differenze di genere che rendono il peso dell’ictus diverso nelle donne, sia come pazienti sia come figure di accudimento, diverso da quello degli uomini. Ma dobbiamo anche affermare che per l’ictus molto si può fare sia nella fase di prevenzione, che nel momento della malattia e della continuità assistenziale. La diffusione della trombolisi e dei centri dedicati agli ictus (“stroke unit”) negli ospedali può ridurre di molto la mortalità e la disabilità: possiamo davvero dire che “time is brain” (il tempo è “cervello”: ogni minuto si perdono 2 milioni di neuroni e 14 km di fibre nervose, ogni ora 120 milioni di cellule e 714 km di fibre) ma anche che “team is brain” (anche il gruppo specializzato che si occupa del paziente fa risparmiare cervello)”, ha aggiunto Roberto Sterzi, direttore del servizio di Neurologia dell’Ospedale Niguarda di Milano.

A livello europeo – secondo dati di Stroke Alliance for Europe (SAFE) – l’ictus rappresenta la prima causa di disabilità a lungo termine e la terza causa di morte, per un totale di 650.000 decessi ogni anno. Sempre secondo SAFE, che ha recentemente pubblicato delle linee guida per la prevenzione e la cura dell’ictus, ben il 40% dei casi potrebbero essere preventui tenendo sostto controllo pressione del sangue, ipertensione e livelli di colesterolo, che costituiscono i principali fattori di rischio.

L’associazione ha realizzato un documento di sintesi sull’ictus, che tratta le sue caratteristiche, i sintomi, i fattori di rischio, la diagnosi, la riabilitazione e la prevenzione.

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