LISBONA – Anche dopo un anno di trattamento, il 95% dei pazienti con dolore cronico continua a soffrirne, in grado da moderato a severo. E nel 19% dei casi il dolore peggiora. Sono alcuni dati dal Pain Study Tracking Ongoing Responses (PainStory), in corso di presentazione a Lisbona al congresso della European Federation of IASP Chapters (EFIC).
In generale, più del 50% dei pazienti in cura per dolore cronico non avrebbe ottenuto miglioramenti nell’anno in esame, come riporta un comunicato stampa. Ma solo il 12% di loro sarebbe trattato con farmaci oppioidi “potenti”: il 25% assumerebbe antidolorifici a base oppioide “leggera”, mentre al 43% verrebbero prescritti farmaci non oppioidi.
PainSTORY è il primo studio nel suo genere ad avere monitorato pazienti con dolore cronico per un intero anno. I risultati forniscono uno spaccato degli effetti del dolore nella vita quotidiana di queste persone e sul loro trattamento nei 13 paesi Europei considerati, fra i quali l’Italia.
Realizzato con interviste, osservazioni, diari e disegni prodotti dalle persone che soffrono di questa condizione particolarmente debilitante, l’obiettivo dello studio – spiegano i ricercatori – è stato quello di “comprendere una buona volta le problematiche della gestione del dolore dallo stesso punto di vista dei pazienti, invece che da quello tradizionale dei medici”.
I segnali che arrivano da queste persone non sono confortanti: il 44% “si sente solo nella lotta quotidiana al dolore”, il 66% “cade nell’ansia e nella depressione” a causa del dolore, il 28% “soffrirebbe così tanto da desiderare a volte di morire”. Dolore unito a rassegnazione, comunque, se il 64% ritiene di “ricevere la cura più appropriata” e più del 50% ritiene “che sia stato fatto tutto il possibile”…
“E’ un vero e proprio viaggio di dolore nel cuore dell’Europa… E’ scioccante osservare che a distanza di un anno i pazienti siano ancora intrappolati in un circolo di dolore in progressione e una buona parte di essi stia perdendo le speranze. Incoraggio i pazienti che soffrono di dolore cronico o che sono preoccupati per gli effetti collaterali a parlare con i propri medici invece di soffrire in silenzio”, ha dichiarato il presidente di EFIC Hans Kress.
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