Un assottigliamento corticale dell’emisfero destro (-28%) sarebbe indicativo di un rischio elevato per la depressione, risultando un marker precoce della forma famigliare. Tale assottigliamento sarebbe analogo a quello riscontrato nell’Alzheimer e nella schizofrenia. Lo sostiene uno studio realizzato dalla Columbia University Medical Center e dal New York State Psychiatric Institute, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Peterson BS et al., Cortical thinning in persons at increased familial risk for major depression, PNAS 2009).
La ricerca è stata condotta con neuroimmagine su 131 soggetti fra i 6 e i 54 anni, discendenti biologici di persone diagnosticate con depressione grave, ricorrente e funzionalmente debilitante o senza storia di depressione, partecipanti allo studio longitudinale Children at High and Low Risk of Depression, iniziato 27 anni fa da Myrna Weissman, già ricercatore a Yale, oggi direttore della divisione epidemiologia del New York State Psychiatric Institute.
Attraverso la comparazione degli spessori corticali dei soggetti del gruppo ad alto rischio con quelli dei soggetti del gruppo a basso rischio, i ricercatori hanno potuto rilevare ampie regioni caratterizzate da assottigliamento corticale sulola superficie laterale dell’emisfero destro nei soggetti a rischio elevato. I risultati dello studio suggeriscono che l’assottigliamento corticale dell’emisfero destro causa disturbi dell’attenzione, della vigilanza, della memoria per stimoli sociali, tutti fattori che possono incrementare il rischio di sviluppare depressione.
“I precedenti studi biologici si focalizzavano campioni esigui di persone già sofferenti di depressione, per cui loro risultati non erano in grado di valutare se tali differenze rapresentassero la causa dei disturbi depressivi o una conseguenza di questi; il nostro studio invece dimostra chiaramente che le persone con marcato assottigliamento corticale dell’emisfero destro risultano maggiormente predisposte allo sviluppo di depressione e disturbi dell’attenzione, nella seguente proporzionalità: minore spessore corticale, maggiori problemi cognitivi”, ha dichiarato in un comunicato stampa Bradley Peterson, direttore del Child & Adolescent Psychiatry della Columbia, autore principale dello studio.
Per la precisione – spiega Peterson – “l’assottigliamento corticale nell’emisfero destro aumenterebbe soltanto il rischio per lo sviluppo di depressione, senza correlare con l’effettivo stato depressivo, mentre lo sviluppo di depressione o ansia avrebbe luogo soltanto quando a tale condizione si aggiunge un assottigliamento delle stesse regioni corticali dell’emisfero sinistro”.
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