Oltre il 66% delle donne americane intervistate dall’American Psychiatric Association (APA) ha dichiarato che la recessione economica ha impattato negativamente sulla propria vita e quella della propria famiglia, con marcato incremento di “stress, ansia, frustrazione e altri indicatori negativi di salute mentale che vedono punte ancora più accentuate ove si è in presenza di recenti licenziamenti”. E’ questo, in sintesi, il risultato di una indagine USA sul rapporto fra crisi e salute mentale, secondo quanto riporta un comunicato stampa APA.
L’indagine APA è stata condotta telefonicamente su un campione di 1.000 donne americane fra i 30 e i 54 anni. Nonostante i tre quarti delle intervistate abbia dichiarato di avere messo in atto “strategie positive volte al fronteggiamento della crisi”, la maggior parte di loro sembra avere come obiettivo prioritario più il benessere della propria famiglia che i propri bisogni. “Le donne infatti, prima di pensare a se stesse pensano alla salute dei loro famigliari, tagliando per prime proprio le spese destinate alla loro salute, privandosi di esercizio fisico e di una sana alimentazione”, ha dichiarato Nada L. Stotland, presidente degli psichiatri americani.
Uno spaccato sulla contea di Clinton, in Ohio, particolarmente provata dalla recessione con drastiche riduzioni di personale da parte delle maggiori aziende, un tempo sostegno dell’intera comunità (i più di 5.000 licenziamenti negli ultimi mesi hanno portato la disoccupazione a oltre il 10% della popolazione attiva), ha mostrato in particolare elevati livelli di stress (45% delle donne di Clinton, rispetto al 33% del campione nazionale), ansia (34% contro 24%), irritabilità (35% contro 23%), insonnia e altri disturbi del sonno (29% contro 20%). L’85% delle donne complessivamente intervistate, inoltre, reputa utile l’eventuale sostegno di un professionista per problemi emotivi e disturbi mentali.
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