Il “mal di testa” è un disturbo comune, che ha grande impatto sulla salute pubblica. Parlare di questo disturbo, però, significa entrare in un universo estremamente variegato dai confini labili e incerti. Quanti tipi di cefalee esistono, quali sono le più comuni? Cosa accade nel cervello durante un attacco di cefalea? Come si previene il mal di testa? Ne parliamo con Franco Mongini dell’Università di Torino.
Medico neurologo, Franco Mongini è Professore ordinario di Anestesiologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino e direttore della Sezione Fisiopatologia delle Cefalee e Dolore Faciale del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica della stessa Università. La sezione da lui diretta svolge un’intensa attività di ricerca, in particolare sui profili di personalità, sui disturbi d’ansia e dell’umore e sul trattamento del mal di testa e del dolore cranio – cervico – faciale. I risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche internazionali. Fra i suoi libri pubblicati in Italia, “Le donne e il mal di testa. Storie di pazienti e i loro demoni” (Marsilio Editori, 2001), “ Il genio fra nevrosi e follia. Carlo Emilio Gadda, Dino Campana” (Utet Torino, 2007). Nel 2005 il Prof. Mongini ha conseguito una seconda laurea in Lettere Moderne.
Professor Mongini, quali sono i tipi di cefalea più comuni?
Bisogna innanzitutto distinguere tra “cefalee secondarie” che rappresentano un sintomo di altre malattie, talora gravi, e “cefalee primarie” che invece rappresentano una patologia a sé stante e comprendono la grande maggioranza dei casi di mal di testa. I principali tipi di cefalee primarie sono le emicranie e le cefalee di tipo tensivo: ambedue possono essere “episodiche” o “croniche” a seconda che siano presenti meno di quindici giorni del mese o di più. Quando il mal di testa si cronicizza spesso le due forme di mal di testa si sovrappongono nello stesso paziente. A queste cefalee si può aggiungere un dolore di origine muscolare situato in varie zone del viso, del collo e delle spalle; sono problemi che, ritengo, dovrebbero essere presi in maggiore considerazione da parte dei medici.
Quali sono le regioni del cervello più colpite?
Nelle cefalee primarie non sono perlopiù riconoscibili lesioni di siti particolari del sistema nervoso centrale. Tuttavia vi è un tipo di emicrania – quella denominata “ad aura” – caratterizzata da disturbi visivi di vario tipo che sono la conseguenza di una temporanea riduzione dell’apporto di sangue al cervello che ha origine dal polo posteriore del lobo occipitale. Alcuni studi inoltre hanno anche evidenziato nei pazienti emicranici alterazioni elettroencefalografiche più o meno diffuse.
Le cefalee secondarie possono essere il sintomo di problemi che possono coinvolgere diverse aree dell’encefalo: disturbi vascolari come le ischemie, le emorragie, malformazioni vascolari, arteriti ecc. e disturbi non vascolari come le alterazioni pressorie del liquor cerebrospinale, i tumori, le patologie infiammatorie ecc.
Come agiscono e quanto sono efficaci i farmaci comunemente utilizzati?
Le categorie di farmaci utilizzate per il mal di testa sono numerose a seconda del tipo di cefalea e della sua gravità. Una prima scelta da operare quando si imposta il trattamento farmacologico è se esso debba essere sintomatico o preventivo, in altre parole, se il farmaco debba essere assunto solo “al bisogno” al momento dell’attacco di cefalea, al fine di sedarlo, oppure se debba essere assunto regolarmente per un tempo più o meno lungo, a fini curativi. Per il trattamento sintomatico dell’emicrania attualmente i farmaci più utilizzati sono i triptani, molecole che agiscono quali antagonisti selettivi di determinati recettori della serotonina e mirano a far “abortire” l’attacco di emicrania, ma non svolgono un’azione preventiva. Molto usati sono anche gli analgesici e gli antiinfiammatori non steroidei, che possono anche essere efficaci ai fini di una terapia preventiva. Per il trattamento preventivo si impiegano, talora, anche farmaci con diversa indicazione, quali i beta-bloccanti ad azione antiipertensiva. Alcuni antidepressivi invece concorrono nel ridurre il mal di testa a pazienti con cefalee croniche e disturbo dell’umore a carattere depressivo. Negli ultimi anni si è accertato che alcuni farmaci normalmente utilizzati per il trattamento dell’epilessia (gli anticonvulsivanti) sono anche efficaci per la cura dell’emicrania: si tratta di molecole che stabilizzano le proprietà elettriche delle membrane delle cellule nervose.
Quali sono i fattori predisponenti?
Fattori predisponenti rilevanti per l’insorgere o il cronicizzarsi delle cefalee sono i disturbi d’ansia o depressivi e la tendenza inconscia a mantenere la muscolatura cranio – cervico – facciale eccessivamente contratta. Le donne inoltre possono essere “più esposte” ai fattori predisponenti, sia a causa del mutamento negli anni del loro stile di vita, che ha visto una accentuazione dei motivi di stress, sia per fattori ormonali specifici.
Esiste un legame tra cefalea e sistema immunitario? E tra cefalea e sonno?
Vi è certamente un rapporto anche se i risultati delle varie ricerche non sono univoci. Si sono tuttavia riscontrate nei pazienti emicranici alterazioni del sistema immunitario e oppiode. Una cattiva qualità del sonno aumenta sicuramente il rischio di soffrire di cefalea, specie al risveglio: alcuni pazienti emicranici inoltre vanno incontro a crisi specialmente nel periodo notturno.
Come si previene il mal di testa?
L’esercizio fisco, una dieta corretta, che prescinda da una eccessiva assunzione di alcoolici ed eviti alcuni cibi, in particolare insaccati e formaggi stagionati, costituiscono indicazioni generiche, ma pur sempre valide. A queste va aggiunta, per quanto possibile, la messa in atto di strategie volte ad evitare un eccesso di stress. E’ inoltre molto importante prestare attenzione allo stato di contrazione della muscolatura del capo, del collo e delle spalle. Un caso di frequente osservazione, infatti, è quello in cui alla cefalea di tipo tensivo e all’ emicrania si accompagnano tensione e dolore muscolare in zona cervicale e nelle spalle. Inoltre nelle cefalee può essere presente un disturbo d’ansia o depressivo: per questi pazienti è bene anzitutto cercare di risolvere questi problemi con opportuni trattamenti.
Quali sono i trattamenti di cui parla?
Per quanto riguarda la tensione e la contrattura dei muscoli personalmente applico, da lungo tempo, un programma mirato al ricondizionamento dei muscoli del viso, del collo e delle spalle con semplici esercizi da ripetere per breve tempo alcune volte nel corso della giornata. A questi esercizi si aggiunge un esercizio di rilassamento e un semplice esercizio che svela più facilmente se durante IL lavoro, o il tempo libero, si mantengono i muscoli del viso del collo, o delle spalle, in condizione di eccessiva contrazione. Questo programma, associato a una opportuna terapia farmacologica, può dare buoni risultati. La sua efficacia è stata confermata da due nostri recenti studi longitudinali condotti su 2.400 dipendenti del Comune di Torino, i quali al termine del programma hanno registrato un abbattimento di circa il 40% dei giorni di mal di testa e di dolore al collo e alle spalle, con anche una notevole riduzione dell’uso di farmaci. Su queste basi abbiamo messo a punto un programma di prevenzione del mal di testa e del dolore cervicale attivato con la Regione Piemonte, dal nome evocativo “No mal di testa”, che stiamo per estendere al territorio nazionale.
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