Non pochi casi di disturbi neurogenerativi dell’invecchiamento rientrerebbero in “zone grigie” di sovrapposizione fra malattie canoniche, storicamente definite, quali ad esempio Alzheimer (AD) e Parkinson (PD). Su questi temi Alzheimer Research Forum dedica una serie di articoli, che riportano i risultati della 9th International Conference AD/PD svoltasi a Praga quest’anno.
Le “sovrapposizioni” fra Alzheimer, Parkinson, demenze frontotemporali e altri disturbi neurodegenerativi dell’invecchiamento – e non le loro “differenze” – hanno infatti rappresentato il focus delle presentazioni e delle discussioni che hanno animato il congresso di Praga, in una prospettiva diagnostica a “spettro” più che a “box” di classificazione.
I ricercatori concordano sul fatto che il livello di accuratezza nella diagnosi tradizionale di queste malattie di confine sia piuttosto basso: “ciò costituisce un problema – dicono all’Alzheimer Research Forum – non solo perché questi disturbi in realtà sono più comuni di quanto si pensi, ma anche perché sarebbero caratterizzati da un diverso decorso, spesso più grave, rispetto ai disturbi puri”.
Le ampie aree di sovrapposizione fra le malattie neurodegenerative sono da tempo oggetto di indagine scientifica e i recenti progressi nella genetica, nella patologia clinica e nella ricerca molecolare le hanno rese oggetto di una ricerca fervida.
In particolare, disturbi come la demenza a corpi di Lewy (LBD) e le demenze frontotemporali (FTD) stanno suscitando crescente interesse, così come la ricerca sui biomarcatori si sta ampliando oltre le “conosciute” beta-amiloide e tau, facendo intravedere un futuro in cui le diagnosi molecolari potranno identificare le proteine patogene che complessivamente possono dare luogo allo sviluppo di disturbi “personalizzati”.
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