“L’organizzazione funzionale del cervello potrebbe essere fortemente vincolata da fattori innati: parti importanti del cervello umano potrebbero essere strutturate in modo innato attorno a pochi domini di conoscenza, critici nella storia evolutiva dell’uomo”. Lo ipotizza un nuovo studio Cimec – Università di Harvard, che sarà pubblicato domani su Neuron (Mahon BZ et al., Category-specific organization in the human brain does not require visual experience, Neuron, Aug 13, 2009).
In contrapposizione con l’intuizione comune e con teorie scientifiche ampiamente sostenute (che la percezione visiva sia cruciale per la capacità di conoscere il mondo esterno e nel determinare il modo in cui tale conoscenza è organizzata nel cervello), lo studio di Caramazza e colleghi dimostrerebbe che gli aspetti di base dell’organizzazione del cervello sono gli stessi sia negli individui ciechi che nei vedenti.
“I nostri risultati spingono a una revisione di quelle teorie scientifiche, largamente sostenute, sui principi che governano l’organizzazione cerebrale e daranno il via a un ampio dibattito nella comunità dei neuroscienziati”, ha dichiarato alla stampa il prof. Alfonso Caramazza, direttore del Centro Mente e Cervello dell’Università degli Studi di Trento e del Cognitive Neuropsychology Laboratory di Harvard.
“Questi dati, ottenuti con le tecniche di neuroimmagine, ci forniscono una prima prova che l’esperienza visiva non è necessaria per lo sviluppo nel cervello umano di certi aspetti dell’organizzazione della conoscenza degli oggetti”, ha aggiunto Bradford Z. Mahon, primo autore dello studio.
Nel nuovo studio è stata analizzata l’attivazione neuronale di alcune regioni dei lobi occipitale e temporale, aree preposte al riconoscimento visivo degli oggetti, in soggetti adulti vedenti e non vedenti utilizzando la risonanza magnetica funzionale.
Ricerche condotte su individui ciechi avevano già mostrato l’attivazione delle aree occipito-temporali in concomitanza con l’esplorazione tattile degli oggetti o l’ascolto di suoni associati a certe figure. Se stimoli provenienti da diversi domini di conoscenza attivassero parti diverse di queste aree non era però ancora chiaro. Infatti, obiettivo della ricerca era proprio scoprire se le risposte neurali di tali aree cerebrali occipito-temporali, specializzate per oggetti non viventi e viventi, osservate nei vedenti fossero presenti anche negli adulti ciechi dalla nascita.
I ricercatori hanno ideato un esperimento nel quale ai soggetti veniva chiesto di esprimere giudizi su oggetti solo nominati, oggetti comuni e ad animali (come un tavolo, un martello, un cane). In questo modo, usando la risonanza magnetica, è stato possibile analizzare l’attività cerebrale degli individui sia vedenti sia non vedenti nell’atto di compiere uno stesso identico compito. Come controllo finale, i ricercatori hanno registrato l’attività cerebrale di un campione esteso di soggetti vedenti nel più semplice atto di vedere immagini di oggetti. In modo sorprendente, di fronte a stimoli di oggetti e di esseri viventi, gli schemi di attivazione cerebrale erano molto simili in tutti i partecipanti (vedenti e ciechi dalla nascita).
“I risultati di questo studio convergono con una lunga linea di ricerca sui pazienti con danni cerebrali e indicano che il cervello umano è parzialmente organizzato intorno ad alcune categorie di oggetti conosciuti, ben definite e rilevanti dal punto di vista evolutivo, e che questa organizzazione è relativamente indipendente dall’esperienza sensoriale”, conclude Caramazza.
Be the first to comment on "Caramazza: organizzazione funzionale cervello innata"