Diete a basso apporto di calorie e ricche di acidi grassi insaturi (UFA) sarebbero benefiche per le funzioni cognitive, soprattutto durante l’invecchiamento. Lo dimostra una ricerca della University of Munster, pubblicata in questi giorni su Proceedings of the National Academy of Sciences (A.V. Witte et al., Caloric restriction improves memory in elderly humans, PNAS, Jan. 2009).
I ricercatori tedeschi hanno testato in un disegno prospettico se gli effetti benefici di una dieta povera di calorie, riscontrati precedentemente in sutdi animali, potessero essere indotti negli umani. Il campione, composto da 50 soggetti anziani sani con peso fra la norma e il sovrappeso (fra cui 29 femmine con età media 60,5 anni e BMI medio di 28 kg/m2), è stato stratificato in 3 gruppi: uno a restrizione calorica (riduzione del 30%), uno a incremento calorico (aumento del 20%), uno di controllo. La memoria dei partecipanti allo studio è stata esaminata in condizioni standard prima e tre mesi dopo l’intervento. Risultato: nel gruppo a restrizione calorica le capacità di memoria verbale risultavano aumentate del 20%. I livelli del fattore neurotrofico cervello derivato non risultavano cambiati. Negli altri due gruppi non sono stati rilevati cambiamenti di rilievo.
Gli Autori ritengono che “i meccanismi alla base di questi miglioramenti possono includere una più elevata plasticità sinaptica e una maggiore stimolazione dei circuiti neurofacilitatori del cervello in ragione di una migliore sensibilità insulinica e di una ridotta attività infiammatoria”. Lo studio – concludono gli Autori – “può essere di aiuto nella definizione di strategie innovative di prevenzione finalizzate a mantenere in efficienza le funzioni cognitive durante l’invecchiamento”.
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